Montefalcione

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Mario Baldassarre su Matteo Farina, nato ad Avellino e cresciuto a Brindisi, potrebbe essere presto beato. Chi lo ha conosciuto parla di un ragazzo fuori dal comune non soltanto per la pagella da dieci e lode in tutte le materie, nessuna esclusa. Ma per una intima serenità nell'affrontare la malattia sostenuta da una fede altrettanto profonda di cui ha lasciato prova scritta nei suoi diari.

I solenni e tradizionali  festeggiamenti in onore di S. Antonio in Montefalcione (AV) si arricchiscono ogni anno di nuovi significati che vanno ad avvalorare  il forte legame della comunità verso il Santo di Padova,  onorando così l’antico patto di fedeltà: “Tu sei la nostra rocca di difesa e noi ti ameremo sempre e assai”. Nello spirito di una festività dall’alto senso religioso, quest’anno è stato deciso di inserire all’interno dei festeggiamenti patronali l’importante iniziativa proposta dal terziario francescano Raffaele Sabatino, studente dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Giuseppe Moscati” di Avellino,  riguardante un convegno sulla figura del Servo di Dio Matteo Farina nato ad Avellino presso la clinica del professore Malzoni, cugino del padre.

 “Matteo Farina: il Sorriso di Dio” è il titolo del convegno che si terrà il 24 Agosto 2017 presso il Chiostro benedettino comunale in via Cardinale dell’Olio alle ore 20:15. L’evento, vista la particolare importanza storico-culturale e religiosa è patrocinato dal Comune di Montefalcione e vedrà come relatore lo stesso Raffaele Sabatino.

L’iniziativa acquista un profondo senso spirituale, coincidendo con l’inizio triduo che proprio giovedì 24 agosto p.v. vedrà l’esposizione del Santo patrono nel Santuario cittadino.

Matteo Farina (Avellino 1990 – Brindisi 2009) è un giovane che vive la sua esistenza straordinaria nella quotidiana ordinarietà: cresce circondato dall’affetto della famiglia, degli amici, della comunità parrocchiale e della sua fidanzata Serena, che gli starà sempre accanto e per la quale proverà un amore profondo basato sui valori cristiani, coltiva come ogni ragazzo della sua età la passione per lo sport, l’informatica e la musica. La vita del giovane Matteo è segnata da due importanti fenomeni: un sogno e la diagnosi di un tumore cerebrale. 

Nella notte tra il 2 e il 3 gennaio del 2000 San Pio da Pietrelcina, in sogno profetico, gli svela il segreto della felicità affidandogli una missione così raccontata dallo stesso giovane: «Se sei riuscito a capire che chi è senza peccato è felice, devi farlo capire agli altri, in modo che potremo andare tutti insieme, felici, nel Regno dei Cieli». Matteo si impegnerà con fede e zelo a diffondere il messaggio cristiano. Purtroppo all’età di tredici anni si presenteranno i primi sintomi di una malattia cerebrale, nonostante ciò, con entusiasmo e una forza d’animo sorprendente, il giovane continuerà la sua missione nel diffondere la Parola di Dio.

Sono singolari i pensieri di Matteo riguardanti la sofferenza vissuta con forte senso di accettazione cristiana; nel suo diario definisce la malattia come “una di quelle avventure che cambiano la tua vita e quella degli altri. Ti aiuta ad essere più forte e a crescere, soprattutto, nella fede.” Questa visione di vita, vissuta nell’incondizionato abbandono alla volontà del Signore, è avvalorata da un profondo senso di responsabilità e maturità: l’unica fonte di preoccupazione sta nella serenità dei propri cari e di quanti gli stanno accanto.

Gli scritti del giovane rivelano la più alta espressione delle virtù teologali di coraggio, accettazione Cristiana del dolore, attenzione alla cura e alla serenità dell’Altro; al riguardo possiamo leggere: “ Il conforto di ognuno deve essere il fatto che la sofferenza è il distintivo di un’anima scelta da Dio. Ho potuto toccare con le mie stesse mani questa situazione e posso assicurarti che se riesci ad essere forte, farai stare bene chi ti sta accanto. Facendo stare bene chi ti sta accanto si rallegrerà l’aria e sarà più facile per te andare avanti”. 

Matteo Farina rappresenta un modello di santità, vissuta tutta francescanamente, in particolare per il mondo giovanile sempre più abbandonato a se stesso in una condizione di opprimente frustrazione attribuibile al crollo delle certezze insieme alla precarietà della vita e del lavoro. 

Il Servo di Dio, nella sua pur breve ma intensa vita terrena, ha saputo far propria la Parola del Vangelo trasmettendola come “infiltrato tra i giovani, parlando loro di Dio … per entrare tra loro silenzioso come un virus e contagiarli di una malattia senza cura, l’Amore”. Sono  queste parole ad aver fatto nascere l’interesse della comunità verso questa figura straordinaria di cui la Chiesa ha sin da subito avviato il processo di Canonizzazione constatate le sue virtù eroiche e la fama di santità diffusasi.

L’evento – sostiene il terziario francescano Raffaele Sabatino – si propone di diffondere il culto e il messaggio del giovane Servo di Dio; in particolare vorrei trasmettere ai giovani i messaggi  di carità e speranza che hanno accompagnato la vita di Matteo, il quale con il suo sorriso e la giovialità ha offerto la sua sofferenza a Dio così come Cristo sulla croce.

Si tratta di un cammino di sorprendente riflessione e approfondimento, quello condotto da Raffaele, che troverà continuità nello studio di tesi per il Baccalaureato in Scienze Religiose.

La proclamazione di Matteo Farina a Servo di Dio coincide con la nomina a vescovo di Avellino di Mons. Arturo Aiello particolarmente attento alle problematiche del mondo giovanile, al disagio sociale e, così come per Matteo, con una particolare predilezione per la musica e il suono della chitarra. «Di che cosa Avellino ha bisogno?» si chiede il vescovo, replicando «Avellino ha bisogno di un santo. I santi cambiano l’orizzonte di una città. I santi cambiano la storia, è vero, ma cambiano anche la geografia». Suonano profetiche queste riflessioni di Mons. Aiello, nell’auspicio che sia proprio Matteo Farina ad essere elevato agli onori degli altari.