Somma Vesuviana

Due cerimonie in programma oggie lunedì ricorderanno un anno dopo la morte, avvenuta nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2016 durante il proprio turno nell'impianto di Gianturco (Napoli), l'operaio di Trenitalia Vincenzo Viola, caduto sul lavoro folgorato. Aveva 33 anni.

Il primo momento di raccoglimento è in programma stasera alle ore 23,15, nello spazio antistante la sede di Trenitalia, in via Gianturco a Napoli. Sarà seguito da una messa di suffragio, lunedì alle 19 nella parrocchia di Santa Croce in Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana (Napoli). 

Un anno dopo quel tragico evento i familiari parlano di ennesima morte bianca che non ha trovato ancora risposta visto che dalle indagini non è mai emersa l'esatta dinamica del fatto né sono mai state disposte consulenze tecniche. "Forse - spiegano - la sua morte non interessa a nessuno".

I FATTI UN ANNO FA. 

L’incidente é avvenuto in uno dei capannoni destinati da Trenitalia ad aree di deposito e alle operazioni di manutenzione. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i Vigili del fuoco e la Polizia Ferroviaria che stanno ricostruendo la dinamica dell’incidente. È scattata anche un’indagine interna.

L’operaio stava lavorando alla riparazione di un treno Frecciarossa all’una di notte. Viola era sul tetto del treno, per riparare il pantografo, il braccio che collega il treno con i cavi dell’alta tensione. Incomprensibile l’incidente dato che a quell’ora la corrente ad alta tensione sarebbe dovuta essere disattivata. Infatti le operazioni di manutenzione e di riparazione dei guasti avvengono di notte proprio perchè i treni Etr 500 viaggiano dalle 6 del mattino alla mezzanotte.

Una morte violenta ed atroce quella di Vincenzo Viola che non appena toccati ci cavi dell’alta tensione è morto sul colpo a causa dell’alto voltaggio che raggiunge i 3000 Volt. Ma la cosa più raccapricciante che ha lasciato sotto shock i colleghi che hanno assistito, è stato il fatto che l’elevata tensione ha fatto si che il corpo della povera vittima prendesse addirittura fuoco. Gli stessi colleghi hanno usato cinque estintori per spegnere le fiamme. Nulla da fare, se non constatare il decesso dell’uomo, per il personale del 118 accorso nei depositi ferroviari di Gianturco.