Cerreto Sannita

Erano già finiti in carcere lo scorso 6 marzo, ma poi ne erano usciti a distanza di una ventina di giorni su decisione del Riesame, che aveva annullato l'ordinanza di custodia cautelare a loro carico. Un provvedimento reiterato dal gip Maria Ilaria Romano, alla luce delle motivazioni illustrate dal Tribunale di Napoli, nei confronti di Annibale Zotti, 66 anni, del figlio Antonio, 40 anni (entrambi assistiti dall'avvocato Antonio Barbieri), di Raffaele Cavaiuolo (avvocato Ettore Marcarelli), 57 anni, di Solopaca, attualmente all'estero per motivi di lavoro; Guglielmo Labagnara (avvocato Antonio Di Santo), 69 anni, di Guardia Sanframondi, e Giovanni Coletta (avvocato Gabriele Nuzzi), 57 anni, di Castelvenere.

L'hanno eseguito all'alba i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cerreto Sannita nelle indagini del pm Patrizia Filomena Rosa sul taglieggiamento dei proprietari di alcuni vigneti tra Guardia Sanframondi e Castelvenere tra marzo ed ottobre 2015.

Estorsione, anche tentata, detenzione e porto illegale di armi e munizioni, ricettazione: queste le ipotesi di reato prospettate a vario titolo in un'ordinanza di 200 pagine adottata, sul versante delle esigenze cautelari, per la sussistenza del pericolo di inquinamento delle prove e della reiterazione del reato. Corroborata anche da ulteriori elementi che sarebbero emersi, durante la prima detenzione, dai colloqui in carcere, intercettati, tra le persone coinvolte e i loro familiari.

Nel mirino degli inquirenti il sistema della guardiania, attraverso il quale – sostengono – sarebbe stato imposto il pagamento di una somma di denaro in cambio di un servizio di vigilanza che avrebbe evitato il danneggiamento ed il furto di filari e viti. Attenzione puntata su una serie di episodi e e sull'attentato subito da Coletta (anche parte offesa, oltre che indagato), la cui Kia Sportage era stata centrata da due fucilate il 26 gennaio del 2015, a Castelvenere.

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