di Simonetta Ieppariello
Dopo 12 ore di interrogatorio Ciro Guarente, ex militare della Marina, ora nei ranghi civili, ha confessato: «L'ho spinto e ha battuto la testa contro l'angolo della cucina, ho cercato di rianimarlo, ma era già morto». L'omicida di Vincenzo Ruggiero, ragazzo gay di 25 anni di Parete, ha pianto e raccontato. I tabulati telefonici e quel video estrapolato dalla registrazione di una telecamera nella zona lo hanno incastrato.
Ciro non sopportava che Vincenzo vivesse con Heven, la trans sua compagna da sette anni. Heven. La bella bionda transessuale era legata a Ciro, entrato come militare in Marina a Roma.
Vincenzo era sparito 23 giorni fa da Aversa. Condivideva da circa tre mesi l'appartamento con Heven e questo Ciro non lo digeriva.
E’ la stessa Trans, che in un accorato post su facebook spiega la sua versione dei fatti, racconta di aver in più occasioni tranquillizzato il compagno. Intanto si cerca ancora il corpo. Si cerca nel mare di Licola.
Polacca, bellissima, è una consulente di immagine. Heven stessa aveva lanciato l'allarme l'8 luglio.
«Scrivo qui perché nonostante mi distrugge interagire con il mondo è l'unico modo per difendermi dalle perfide e immotivate accuse mosse nei miei confronti - dice - ero all'oscuro dello struggente episodio della morte di Vincenzo, è inutile esprimere il mio dolore qui sopra perché non ho più alcuna forza». «Ric....ne di merda, assassino disumano e complice cattivo sono solo una piccola parte delle accuse immotivate rivolte contro di me in queste ultime ore», spiega la bella e biondissima Heven che racconta anche di una presunta minaccia di morte ricevuta dal fratello di Vincenzo ieri mattina. Poi, spiega i fatti: «La settimana tra il 3 e l'8 luglio ero fuori città, precisamente a Bari, quindi il giorno 7 luglio purtroppo non ero nel mio appartamento ad Aversa. Sono rientrata la mattina del giorno 8 ad ora di pranzo in treno ed aspettavo Vincenzo in stazione». Vincenzo non è mai arrivato in stazione. Rientrata a casa dice di non aver trovato né Vincenzo né i suoi effetti personali. «A quel punto ho avvertito la madre con la quale mi sono recata al comando di carabinieri per denunciare la scomparsa. L'artefice del terrificante omicidio, Ciro Guarente, mi ha da subito prestato il suo falso conforto per lo shock e il dolore provato a seguito della scomparsa di Vincenzo», racconta ancora. «Mi ha ingannata fino all'ultimo momento». Ciro, in questi ventidue giorni di angoscia per la scomparsa di Vincenzo, avrebbe continuato a sostenere: «Questo Vincenzo ha voltato le spalle a tutti». E solo grazie alla mia deposizione e dopo aver esposto dei dubbi nei confronti di Ciro, sono partite le indagini. Nonostante io ero presa dai sensi di colpa nel coinvolgere l'uomo che mi è stato accanto per 7 anni non ho desistito a esprimere i miei dubbi e i miei collegamenti perché ero disposta a tutto pur di ritrovare Vincenzo. Così nei giorni seguenti le autorità hanno convocato Ciro per un interrogatorio e sono riusciti ad incastrarlo. La sconvolgente verità venuta fuori è stata solo merito mio altrimenti avremmo continuato a vivere nel silenzio ed io forse con un assassino al mio fianco». (…) Io ho sempre aiutato Vincenzo, soprattutto nell'ultimo periodo dove a seguito di un feroce litigio in famiglia ho prelevato Vincenzo portandolo in pronto soccorso per poi tenerlo a vivere con me, ho provveduto a lui economicamente, gli ho lasciato la mia auto, mi sono curata di lui con tutti i mezzi a disposizione perché Vincenzo era la mia vita, vita che ora non ho più. Ho perso in una sola tragedia le due persone più importanti della mia vita, il mio migliore amico e fratello, il mio fidanzato con il quale ho trascorso 7 lunghi anni della mia esistenza, la mia casa! Ciro ha mentito a me e a tutti i suoi amici passando per una persona tranquilla e totalmente estranea ai fatti».