Afragola

Era a Formia. Passeggiava. Camminava lungo la strada principale, quella costeggiata da una sequela di negozi.

Camminava tranquillo, era da solo. Si è lasciato portare via dagli uomini della Squadra mobile di Napoli, guidati da Luigi Rinella, quasi se lo aspettasse, senza opporre resistenza alcuna. Diciassette anni compiuti appena il mese scorso, A.I. è, secondo le accuse della Procura dei minori, uno dei due feroci assassini di Luigi Ferrara e Luigi Rusciano, i due ras del contrabbando di Afragola. Vennero massacrati e fatti a pezzi il 31 gennaio scorso. Vennero trovati sepolti sotto un albero di mimosa, dopo sedici gironi.

Un feroce duplice omicidio che gettò un'ombra di inquietudine e paura sull'area a Nord di Napoli.

Così giovane e così segnato quel ragazzini che secondo gli inquirenti hanno fatto già tanta strada in quel rione Speranza di Afragola, «I Mattoni», come lo chiama chi ci vive. Indagini serrate hanno condotto gli inquirenti a ricostruire con minuzia il meccanismo di rinascita delritrovato contrabbando di sigarette, che aveva imposto fino agli anni Novanta, il paese di Afragola al centro del core business.

Insomma, il suo sarebbe stato un vero e proprio battesimo di sangue. Nel senso letterale del termine. Perché A.I., a soli sedici anni, insieme a Domenico D'Andò, 24 anni, detto «o chiattone» si sarebbe sporcato del sangue di quelle due vittime. Secondo quanto ricostruito avrebbero infilato i corpi in quattro buste di plastica nera avrebbero trasportato in auto, i corpi massacrati, in località Ferrarese, nelle campagne tra Afragola e Casalnuovo, dove vennero sepolti sotto un metro di terreno, ai piedi di albero di mimosa fiorito. Forse quell'albero in fiore avrebbe potuto coprire l'odore dei corpi che andavano in decomposizione.

E lì i corpi delle vittime furono trovati sedici giorni dopo la scomparsa, dopo ricerche serrate. Nei giorni scorsi sono state eseguite le due ordinanze per concorso in duplice omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere. 

Entrambe le ordinanze sono state richieste dai magistrati della Dda di Napoli.