di Andrea Fantucchio
Le vite le salvava ogni giorno, spesso aiutando la gente a salvarsi da se stessa. Raffaella Esposito Alaia, la donna annegata ieri per salvare due bambini fra le acque di Capaccio, era impegnata nel sociale da sempre. Una delle migliori operatrice di una casa famiglia di Acerra. Centinaia di ragazzi e bambini che sono stati aiutati dalla sua gentilezza. Ieri pomeriggio, tre di loro sono sopravvissuti alla morte grazie a Raffaella.
I minori della casa famiglia, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, hanno voluto subito fare il bagno. Poco dopo essere arrivati nel camping che li ha ospitati. Maledetti giochi del destino. Doveva essere il primo giorno di vacanza, si è trasformato in una tragedia.
Il mare non era troppo agitato, ma in quella zona del litorale capaccese la corrente è spesso infame. Forse un mulinello, due bambini hanno iniziato a sbracciare per chiedere aiuto. Raffaella li ha visti e non ha esitato. Si è tuffata per recuperarli. E' riuscita – secondo il racconto dei presenti – ad afferrarli e spingerli verso la riva.
Tutto è durato pochi attimi. I bagnini si sono immediatamente tuffati in acqua. E hanno messo in salvo i bambini. Inutili i tentativi di salvare Raffaella. Quando l'hanno tirata fuori dall'acqua per lei non c'era più nulla da fare.
Sono intervenuti i carabinieri di Agropoli, la Guardia Costiere e il personale medico che ha soltanto potuto costatare il decesso della donna. Il suo corpo riportato sulla sabbia è stato coperto dal telo bianco. Congelato in quell'ultimo tentativo di prendere aria. Increduli i presenti, quei bambini che non potranno mai dimenticarla.
Straziata dal dolore Acerra, dove la donna lavorava e Sant'Anastasia dove viveva con i suoi bambini. Raffaella era una mamma splendida. E' morta come ha vissuto, per aiutare gli altri.