Ravello

Hanno raccontato in Tribunale, tra le lacrime, come hanno visto morire il loro figlio di appena 7 anni, i. genitori del piccolo turista inglese che lo scorso ottobre ha perso la vita a Scala di Ravello per uno choc anafilattico.

E' iniziato infatti il processo che vede tra gli imputati per omicidio colposo il cuoco e la cameriera che aveva preso l'ordinazione al tavolo del ristorante dove la famiglia aveva pranzato quel giorno.

Il piccolo era affetto da una grave allergia al lattosio e i genitori avevano precisato più volte agli inservienti che il bambino doveva mangiare un semplice piatto di pasta con il sugo.

Purtroppo nell'impasto degli scialatielli serviti al bimbo erano presenti invece tracce di lattosio. “Ho detto a mio figlio che poteva mangiare tranquillamente, che nel suo piatto non c'era latte o formaggio, ce lo avevano rassicurato al ristorante, invece poi lui è morto”, ha detto la mamma.

I genitori avevano insistito molto sulla gravità dell'allergia del figlio, ma erano stati rassicurati dal personale del ristorante.

“Anche quando è arrivato il piatto di pasta abbiamo chiesto ancora rassicurazioni – ha precisato il padre del bambino”. Un racconto drammatico che ha ripercorso quei tragici minuti fatali per il piccolo.

“Ha iniziato a stare male quando è salito sul bus – ha aggiunto la madre - abbiamo pensato al caldo ma poi la situazione è degenerata”.

A quel punto la donna, disperata, aveva tentato di iniettare al bambino una dose di adrenalina, ma il farmaco non aveva fatto effetto.

Una volta arrivati dal medico a Ravello, il piccolo era già privo di coscienza. Era stato portato d'urgenza all'ospedale di Castiglione di Ravello. Qui i sanitarierano riusciti a far tornare il battito cardiaco, ma ormai i danni riportati dal bambino erano troppo gravi.

Era stato trasferito al Santobono di Napoli, dove, dopo un'agonia di tre giorni,il suo cuore si era fermato per sempre. I medici legali avevano confermato la causa della morte, avvenuta in seguito ad un grave choc anafilattico.

Da qui il rinvio a giudizio per il cuoco e la cameriera chiesto dal sostituto procuratore Elena Cosentino.