Benevento

“Ad Apice Vecchia, ieri sera, forse per il borgo antico e la suggestione che lo accompagna, forse per un vento nuovo, ma sembrava di essere ritornati in un revival storico, per la semplicità e l’innocenza di dialogo dimostrate dai presenti che hanno rivelato prova di coraggio e grande voglia di cambiamento”. Commenta così  Vincenzo Principe (Udc Giovani), l'incontro politico organizzato dai giovani dell'Udc.

“Sono soddisfatto perché le piccole cose possono suscitare ancora entusiasmo e partecipazione, dimostrazione questa che la Politica può ancora avere una funzione sociale. Gli interlocutori hanno dimostrato grande sensibilità non solo nell’ esprimere il proprio pensiero ma nell’ascoltare l’altro, e forse è proprio questo il punto di partenza per la strada del futuro.

Non è mai semplice parlare di un tema molto delicato come quello politico – ha spiegato Principe -, indirizzato ad una particolare storia come quella popolare, soprattutto in questo momento storico, ma ad Apice Vecchia e con persone che, prima di essere esponenti di partito e di movimenti, sono amici, con i quali si è voluto intraprendere un rapporto umano, abbiamo volto lo sguardo verso il basso, ognuno ripartendo da se stesso e indicando una via da percorrere insieme, con tanta umiltà e tanta voglia di buona politica. Sì è sottolineato come il confronto non può che arricchire, con la consapevolezza che la chiusura rigida nelle proprie convinzioni non porterà mai ad un vero cambiamento. È necessario mettersi in discussione, ascoltare le ragioni dell’altro, perché ognuno riesce a vedere le cose da un’angolazione diversa e insieme si arriva ad una visione più completa delle cose.

Non è finita la politica ma sono venuti meno gli interpreti che nonostante le difficoltà, vedono la politica ancora come servizio e non a servizio di qualcosa o di qualcuno. Per i giovani il percorso è tortuoso, ma non è impossibile, intraprendere insieme questo viaggio è doveroso se si vuole invertire la rotta di tendenza.

Abbiamo voluto lanciare un sassolino, con la speranza che un piccolo tremore possa toccare qualche altro che aspetta di essere rianimato da questo spirito rivoluzionario per l’eccezionalità dell’evento.

Riprendendo Kohl, si invita a coltivare l’utopia: senza utopia non possono esistere né i sogni né i programmi.”