Montesarchio

Prima in carcere, poi ai domiciliari. Per poco meno di un anno era rimasto agli arresti. Accusato di essere uno degli autori di una rapina messa a segno nel 2009, alla quale si era sempre detto estraneo. Che non c'entrasse, l'aveva deciso nel 2011 il gup Roberto Melone, che lo aveva assolto al termine di un rito abbreviato. Una sentenza ora confermata anche dalla Corte di appello.

E' l'ulteriore tappa della vicenda giudiziaria di Angelo Ciavattone, 29 anni, di Montesarchio, tirato in ballo dalle indagini dei carabinieri sul colpo compiuto nell'agosto di otto anni fa in un'abitazione di Tocco Caudio, della quale avevano fatto le spese due pensionati tornati in paese per le ferie. Dopo aver sentito bussare alla porta, il padrone di casa, pensando che si trattasse di uno dei parenti andati via da qualche minuto, aveva aperto senza dare un'occhiata attraverso lo spioncino.

Facile immaginare il suo sconcerto quando si era trovato di fronte due sconosciuti con il viso coperto da una maschera di Babbo Natale e con guanti alle mani. Uno di loro era armato di pistola, entrambi avevano fatto irruzione ed 'invitato' il malcapitato e la moglie, particolarmente spaventata, a tirar fuori i soldi. 350 euro il bottino per i due banditi, che si erano infine allontanati, probabilmente a piedi, facendo perdere le loro tracce. L'attività investigativa si era tradotta nel luglio 2010 nell'arresto di Angelo Ciavattone e di un 30enne, anch'egli successivamente assolto.

A carico dell'allora 22enne il contenuto di alcune intercettazioni ambientali tra persone che avrebbero fatto il suo nome. Un riferimento presente nell'informativa ma non nel brogliaccio della registrazione della conversazione. Una incongruenza – l'assenza di un'indicazione che rimandasse ad Angelo Ciavattone- emersa attraverso il lavoro dei suoi difensori – gli avvocati Francesco Perone e Dario Vannetiello-, della quale il gup Roberto Melone aveva ovviamente tenuto conto. Assolvendo il giovane per non aver commesso il fatto. Una pronuncia appellata dalla Procura, ribadita dai giudici di secondo grado di fronte alla richiesta di una condanna a 5 anni avanzata dal sostituto procuratore generale. Un anno agli arresti per una rapina mai compiuta.

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