E' stato riconosciuto responsabile di tentato omicidio. Quelle due coltellate inferte al figlio gli sono costate 7 anni. E' la condanna decisa dal Tribunale, in linea con la richiesta del pm Marilia Capitanio, considerata l'equivalenza delle attenuanti generiche e della parziale incapacità di intendere e volere al momento del fatto con le contestate aggravanti, per Tommaso Montefusco (avvocato Clemente Crisci), 69 anni, originario di San Felice a Cancello, ma residente a Moiano, processato per un episodio accaduto in casa nel marzo 2009.
Quando, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe scoppiata una discussione tra l'imputato e il figlio, Antonio Federico, all'epoca 35enne. Mentre quest'ultimo si trovava in bagno, per prepararsi e uscire, il genitore l'avrebbe raggiunto e, gridando ("Questa sera ti devo uccidere"), lo avrebbe colpito sul lato sinistro, all'emitorace ed all'addome, all'altezza della milza.
Soccorso, il giovane era stato trasportato al Rummo, dove era stato giudicato in prognosi riservata, e sottoposto ad un intervento chirurgico. I carabinieri della stazione di Airola avevano rintracciato ed arrestato l'uomo, tornato in libertà dopo un anno.
Oggi la discussione, nel corso della quale l'avvocato Crisci aveva proposto l'assoluzione del suo assistito, la derubricazione dell'accusa in quella di lesioni ed anche il riconoscimento della provocazione. Poi la sentenza del collegio giudicante, che ha condannato Montefusco per tentato omicidio, assolvendolo, perchè il fatto non sussiste, dall'imputazione di maltrattamenti in famiglia.
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