Benevento

1968-2016, una lunga storia quella della scherma sannita firmata da un uomo, Antonio Furno. Il Professore per molti, il Maestro per chi saliva in pedana e impugnava una sciabola, una spada o molto più probabilmente un fioretto, anzi l'amato fioretto del Professore. Ma l'arma impugnata contava poco, perché il Maestro Furno, come ha scritto nel suo libro presentato ieri presso il complesso sportivo “La Fagianella”, ha sempre mirato a “costruire uomini del futuro e non campioni di scherma”. Anche se poi, a dirla tutta, è stato tra gli artefici della creazione di una campionessa come Francesca Boscarelli. Anche lei era presente alla "prima" del volume di "Mezzo secolo di Scherma a Benevento".

Evento voluto dalla figlia Sara, dalla moglie Liliana e dal genero Luca, senza dimenticare la piccola Marta che negli ultimi anni ha regalato tanti sorrisi a quel nonno che tutti chiamavano Maestro o Professore. Ma Marta scoprirà col tempo il perché tutti in città conoscevano quello che per lei era semplicemente un tenero nonno.

Il libro è stato mostrato dall'Avvocato Collarile, amico di vecchia data del compianto Antonio Furno, e da chi ha conosciuto il Professore nei suoi anni di “missione” in nome della passione per lo sport e della vita. In molti hanno raccontato degli aneddoti e ora vogliamo farlo anche noi. Antonio Furno era un uomo sempre disponibile e durante una telefonata per quella che doveva essere una breve intervista, mentre raccontava gli inizi di Francesca Boscarelli nel mondo della scherma, si bloccò e chiese:”Ma a te piace la scherma?” “Si”, fu la risposta. “E da quando la segui?” chiese interessato. “Da Atlanta 1996, quando Laura Badea vinse in finale contro Valentina Vezzali” fu l'immediata risposta. “Con te ci parlerò sempre volentieri” rispose lasciandosi andare ad una risata.

Tornando all'evento possiamo dire che è stata una piacevole serata per ricordare il percorso del centro Schermistico Sannita, per sorridere ancora con tanti aneddoti speciali e per portare a casa quel volume che è un diario scritto a cuore aperto da chi ha amato la scherma ed ora è lassù impugnando una spada, pardon Professore, meglio il suo amato fioretto, con lo sguardo rivolto sulla terra per seguire ancora quelli che forse non saranno "campioni di scherma" ma sicuramente gli "uomini del futuro".