di Federico Festa
Erminia Mazzoni ha imparato bene il cerchiobottismo. Da quando è iniziata la querelle delle sue dimissioni-revocate o della revoca-dimissionata dall'incarico di vicesindaco al comune di Benevento si è guardata bene dal chiarire, in modo semplice semplice, la natura vera dei contrasti con il sindaco Mastella. L'ex parlamentare europea ha sagomato ogni tipo di resilienza pur di tenersi alla larga da un benché minimo tentativo di essere comprensibile ai più. Piuttosto, si è arrampicata su uno stantìo politichese che, pur prolisso, niente dice alla fine.
Ieri, ad Ariano Irpino, l'apoteosi. Messa alle strette non ha potuto far a meno di rispondere in modo diretto a domande specifiche. Il risultato? Quasi comico. Mazzoni ha spiegato che “non intende più parlare di cose che non interessano alla gente”.
Sarà anche vero, ma l'ex vice sindaco come spiega quelle accuse sibilline lasciate trapelare con l'ennesima “nota stampa” appena pochi minuti prima di essere intervistata ad Ariano Irpino?
In questi giorni e a più riprese, Mazzoni ha parlato di “spese senza copertura” presso l'amministrazioni comunale e di “indagini avviate con il segretario comunale”. Roba da Procura o da Corte dei Conti come minimo.
Poi, a sorpresa, in replica ad un non meglio specificato organo d'informazione, ha messo in mezzo la falsa accusa del dieci per cento dei compensi cui non avrebbe rinunciato, alimentando – sempre senza chiarirlo – il giallo delle sue dimissioni.
Il sindaco Clemente Mastella, dal canto suo, sull'argomento tratta sempre tutti come “cuppitielli di paranza”: si toglie qualche “sfizio” e niente più.
A questo punto, ad entrambi, suggeriremmo un comportamento meno ambiguo, trattandosi di pura e semplice materia pubblica. Un vice sindaco si occupa di amministrazione non di politica. Mazzoni aveva in mano il capitolo fondi europei, che sono carne e sangue in questo momento di crisi. Se la rottura è avvenuta su qualche capitolo di spesa, o meglio su come vadano spesi e dove i fondi, alla gente sarebbe bene spiegarlo. Altrimenti si riduce sempre tutto a macchietta, ma senza buoni copioni non si fa ridere.