di Luciano Trapanese

Ci mancava solo la droga di Hitler, un'altra sostanza stupefacente (e neppure nuova). Un'altra tra le tante. In un mercato che – da un pezzo – è andato ben oltre le tradizionali eroina e cocaina.

Laboratori, pasticche di tutti i tipi, miscugli improbabili. Roba fatta in casa o acquistata sul web. Un mercato parallelo. Che sfugge alle forze dell'ordine. E forse – in parte – anche al crimine organizzato.

Lo sanno tutti da tempo. Ma se ne parla poco. O a vanvera: solo per lanciare questo o quell'allarme.

La verità è che gira di tutto. E sui media ogni tanto furoreggia qualche nuova droga che “conquisterà il mercato”. In realtà l'offerta cambia di continuo. Così come il consumo. Che non prevede più una sola droga. Basta chiedere ai Sert.

Le pasticche poi non lasciano gli stessi segni dell'eroina. Non creano dipendenza. Hanno altre controindicazioni. Altrettanto gravi. Ma meno palesi. Almeno nell'immediato.

E così negli ultimi anni s'è parlato – a varie ondate – di Shaboo («dieci volte più devastante della cocaina»), di Krokodil («la droga sintetica più letale in circolazione»), di Bromo Dragonfly («uno dei più potenti allucinogeni»), di Ghb o droga dello stupro, di Purple drank («sedativo e psicoattivo che divora la pelle»), di mefredone o droga degli zombi («che può provocare il cannibalismo»), di Flakka («allucinazioni e forza sovrumana»), di Fentanyl («50 volte più forte della morfina»), di ethylphenadite («alternativa economica dell'eroina»), della pillola di Superman («dieci volte più forte dell'ecstasy»), di sisa («la droga della crisi greca: costa poco e sostituisce l'eroina»), di bevanda viola («sciroppo per la tosse mescolato ad altri farmaci»), di ayahuasca («la droga amazzonica»). Queste e tante, tantissime altre. Senza dimenticare quelle diventate quasi tradizionali: la ketamina («provoca allucinazioni intense»), lo Speed («anfetamina e cocaina»), il superpill («ecstasy e viagra»). O quelle storiche, come la salvia divinorum, il più potente allucinogeno in natura.

Un elenco sterminato. E in continuo aggiornamento (che non può non contenere anche psicofarmaci, medicinali con oppiacei, come l'ossicotone).

Ora arriva anche la droga di Hitler, che risale proprio al periodo nazista (e quindi nuova non è): data ai soldati per renderli “invincibili”. Diffusissima in Estremo Oriente (più dell'eroina, che lì viene prodotta), e sbarcata da qualche anno in Europa. E' salita agli onori della cronaca qualche giorno fa per un maxi sequestro a Roma, ma già in passato è stata trovata in Campania.

La cosa che incuriosisce di questa “nuova” droga è la possibilità di realizzarla facilmente, in laboratori mobili – anche a casa – e utilizzando sostanze perfettamente legali.

La Yaba - o droga di Hitler appunto -, può essere prodotta più facilmente e velocemente delle tradizionali anfetamine.

La ricetta è molto diffusa in Estremo Oriente. Ma si trovano anche “tutorial” su internet e il passaparola ha fatto il resto.

Gli ingredienti principali includono: sale, detersivi, medicinali per il raffreddore, litio per le batterie delle macchine fotografiche. Tutta merce facilmente acquistabile e senza destare alcun sospetto.

Il ricavo per i criminali è notevole: con trecento euro di spesa si possono produrre pezzi che sul mercato rendono dieci volte tanto.

L'attrezzatura necessaria è minima: il laboratorio è portatile, e questo rende difficile l'intervento delle forze dell'ordine.

Se per produrre anfetamine sono necessarie ampolle e becchi bunsen, per la droga di Hitler basta un piano cottura e due casseruole.

A Roma si è diffusa da diversi anni, forse importata da immigrati filippini. La utilizzano per rendere di più sul lavoro. E del resto i primi a farne uso in Thailandia nei primi anni '70 sono stati i camionisti, che grazie a questo intruglio potevano guidare per giorni senza mai dormire.

La droga di Hitler viene anche definita droga di Hulk. Fa sentire molto più potenti. E aumenta anche l'aggressività. Inevitabili – a lungo andare - i gravi effetti psicotici.

Ma sostanze di questo tipo sono tante, come detto. Alcune non ancora classificate come “stupefacenti” nella lista stilata dal ministero dell'Interno. E quindi anche legali.

E' una corsa affannata: ma la produzione di droghe chimiche ha variabili infinite. Cambiano anche da Paese a Paese. E quello che è legale in Svizzera, potrebbe non esserlo in Italia. O viceversa.

Immaginare efficaci politiche di contrasto alla diffusione di queste sostanze è complesso. Anche perché – come detto – o la produzione è “casalinga” o la vendita è via internet. Niente piazze di spaccio. Nessun mega carico da intercettare.

Una questione che meriterebbe una attenzione maggiore da parte delle istituzioni. Ma si preferisce chiudere uno o tutti e due gli occhi. E puntare il dito contro il tizio che ha una pianta di canapa sativa sul balcone. Che al massimo ha lo stesso effetto di una discreta camomilla...