Perchè abbiano deciso di comportarsi in quel modo – se davvero lo hanno fatto -, resta per adesso un mistero. Certo che i rapporti tra vicini non sono sempre idilliaci, anzi. E di frequente le cronache sono occupate da liti e scontri spesso anche violenti. Quasi sempre per ragioni – chiamiamole così – che si fa fatica a capire. In questo caso, però, non è difficile ipotizzare che debba essere successo qualcosa di molto profondo per poter scatenare un simile risentimento. Talmente forte e sedimentato da spingere i protagonisti a rendersi responsabili, secondo la Procura, di condotte persecutorie.
Ne avrebbe fatto le spese una coppia, finita nel mirino di una famiglia. Arriva da Ceppaloni la storia al centro di un'indagine per la quale il pm Maria Gabriella Di Lauro ha chiesto ed ottenuto tre rinvii a giudizio. Li ha disposti questa mattina il giudice dell'udienza preliminare Maria Ilaria Romano, il processo partirà il 20 novembre e dovrà accertare la fondatezza delle circostanze ricostruite dagli inquirenti.
I fatti risalgono ad alcuni anni fa ed avrebbero avuto un impatto sulle condizioni dei due malcapitati (sono rappresentati dagli avvocati Luigi Signoriello e Francesco Mottola). Costretti, sostiene l'accusa, a cambiare le loro abitudini di vita e a sopportare di tutto. Gli imputati, difesi dall'avvocato Michele Del Balzo, avrebbero impedito e ostacolato il passaggio delle auto parcheggiando le loro lungo l'unica strada di accesso all'abitazione dei coniugi, di cui avrebbero insozzato la proprietà con rifiuti ed escrementi.
Un repertorio del quale fanno parte anche le ingiurie e le frasi pesantemente offensive che avrebbero rivolto alle parti offese in occasione di ogni incontro e, dulcis in fundo, anche l'esposizione sul davanzale di casa, con intenti ritenuti intimidatori nei confronti dei vicini, di un teschio. Già, un teschio. Simbolo di una vicenda dai tratti a dir poco assurdi. La sublimazione della collettivizzazione dello stalking.
Esp