Sant'Anastasia

Don Ciccio non usa mezzi termini e rincara la dose contro il sindaco Lello Abete e la sua giunta. «Non sanno cosa fare, non riescono a prendere una decisione. Forse, non sono capaci di prendere una decisione così importante. L’unica conseguenza possibile, a questo punto, sono le dimissioni. Sarebbe l’unica soluzione dignitosa per questo disastro che stanno per combinare sul nostro territorio».

I Carabinieri cercano “casa” e il parroco tuona dall’altare: «Vada via il sindaco, piuttosto che l’Arma». Se entro un paio di mesi non si troverà una soluzione adeguata, la stazione dell’Arma scomparirà da Sant’Anastasia, e i militari in servizio in città si appoggeranno ai presidi del circondario: dunque Somma Vesuviana, Pomigliano d’Arco e Compagnia di Castello di Cisterna. Il rischio è ben noto da quasi due anni: da quando, cioè, la stazione dei Carabinieri di Sant’Anastasia ha ricevuto l’avviso di sfratto dai locali di via Antonio D’Auria, una stazione di fortuna creata unendo appartamenti privati.

Poiché dal Comune non arrivano soluzioni, scende in campo la Chiesa. Don Ciccio D’Ascoli, parroco di Santa Maria la Nova, ha deciso di avviare una campagna di informazione per sensibilizzare la città sul tema. «E’ impensabile che una comunità come quella di Sant’Anastasia possa perdere un così importante presidio di legalità – afferma il sacerdote – Come combattiamo la criminalità organizzata, la micro delinquenza, le truffe agli anziani, come assicuriamo il decoro urbano? Lo facciamo soltanto con i vigili? E’ una pazzia».

«Bisogna poi considerare – aggiunge Don Ciccio D’Ascoli – che abbiamo sul territorio un santuario regionale, quello di Madonna dell’Arco, che registra un’affluenza di un milione di pellegrini l’anno. La nostra è una comunità di 30mila abitanti. Solo questi due dati dovrebbero convincere chi di dovere a mettere in campo ogni azione utile ad evitare l’allontanamento dei Carabinieri».