Montaguto

Sul quotidiano “La Repubblica” un bellissimo articolo a firma della giornalista Concita De Gregorio per la rubrica “Invece concita” che parla del tg in dialetto internazionale “Cerase cerase… ognuno a la casa”, di Montaguto, di Montaguto.com.

La gioia e la soddisfazione di Michele Pilla: "Inutile dire che per noi è davvero un onore, anche perché il pezzo è davvero bello e tocca tantissimi temi legati al nostro amato paese e all’enorme comunità di montagutesi nel mondo.

Già dal titolo, “C stann certe fuoss”, si evince quanto Concita De Gregorio sia andata a fondo sull’argomento, cogliendo appieno lo spirito goliardico ma assolutamente serio della nostra iniziativa, soffermandosi, in particolare, proprio sul rapporto che lega i montagutesi lontani tra loro e al modo in cui riusciamo a comunicare soprattutto attraverso il bilinguismo – dialetto e inglese. Bellissimi i riferimenti al sito e ai video da noi pubblicati, indice di un lavoro certosino da cui è scaturito questo articolo ricco di particolari e precisissimi riferimenti.

Condividiamo con tutti voi questa gioia e questo onore, consci che adesso dobbiamo fare ancora di più. Stiamo infatti preparando un progetto a lungo termine che riguarda proprio l’estero, ma per adesso non sveliamo i particolari."

Intanto, Michele Pilla, Francesco Mascolo e Domenico Del Core, unitamente al sindaco di Montaguto Marcello Zecchino, ringraziano la giornalista Concita De Gregorio per le belle parole su Montaguto nel suo articolo Un grazie viene rivolto a Guido Orlandini per la segnalazione.

“Ci stann certe fuosse”

di Concita De Gregorio La Repubblica, 27 maggio 2017

Grazie alla segnalazione di Michele Pilla

Fra Montaguto, paese irpino di 400 abitanti, e Toronto è nato il primo, almeno che io sappia, telegiornale bilingue che fa (quasi del tutto) a meno della lingua italiana: gli anchormen parlano dialetto irpino e inglese. Può sembrarvi una bizzarrìa, ma nel grande capitolo del “chi va, chi torna, chi resta” il canale on line www.montaguto.com si propone il nobile compito di tenere in contatto la comunità montagutese emigrata molti decenni fa negli Stati Uniti e in Canada e i quattrocento rimasti, e nel frattempo nati o tornati.

L’inglese, lingua madre degli irpini di seconda o terza generazione nati in America del Nord, traduce i messaggi in dialetto, e viceversa. Bisnonni e pronipoti comunicano sul web. La vecchia Adelina manda tanti cari saluti da oltreoceano ai paesani, i paesani raccontano agli emigrati i fatti di casa. “Vogliamo mettere, anzi rimettere in contatto gli irpini a distanza”, mi dice Michele Pilla, direttore del giornale on line.

Scrive. “In questo piccolo borgo in provincia di Avellino abbiamo sentito il bisogno di raccogliere le testimonianze dei nostri vecchi, di far parlare il paese con chi se ne è andato tanti anni fa, con chi è cresciuto senza mai tornare. Le loro radici e le nostre si intrecciano anche se un oceano le separa”. “’Cerase cerase… ognuno a la casa’”, va  in onda sulla nostra pagina web: insieme a me ci lavorano Francesco Mascolo e l’anchorman Domenico Del Core, da Toronto. Del Core legge le notizie in inglese per tutti i montagutesi che vivono all’estero e non capiscono il dialetto. Così poco a poco lo ritrovano, tornano ad impararlo. Quasi tutti lo hanno sentito in casa dai nonni emigrati, poi lo hanno perduto. D’altra parte anche a chi vive a Montaguto è utile imparare meglio l’inglese, o impararlo daccapo, per comunicare coi congiunti lontani. Videomessaggi, saluti, notizie domestiche e un tg”.

Le rubriche s’intitolano “Lu paès”, “Lu tiemp”, “Andò stim”. C’è una fondamentale sezione necrologi. In “Montagutesi abroad” si apprendono notizie di paesani a Boston e si recuperano ritagli di giornale che celebrano la vita e le opere di chi è partito e ha fatto anche solo relativa fortuna.

Dal paese partono informazioni sullo stato delle strade (“ci stann certe fuosse che ponno scassà le ruote”), la situazione dei funghi e dei cinghiali. Il pezzo forte è il tg, vale la pena andarlo a cercare su Youtube. Non ha frequenza regolarissima, l’ultimo è di aprile di quest’anno, ma il sito e Facebook sono aggiornati. “In inglese e dialetto diamo notizie di attualità, rubriche di approfondimento, videoselfie, vecchie foto del paese, passeggiate tra i vicoli di Montaguto e la voce dei tanti montagutesi sparsi per il mondo con saluti audio e video”.

Un vecchio saluta col detto “Omme se nasce, brigante se more”, sempre attuale. Alla fine resta la strana sensazione di un mondo sospeso fra un tempo remoto e un presente lontano, ma l’Italia dei paesi è tutta così. Ovunque ci sono Montaguto abitate da chi è rimasto, coi pronipoti che tornano a riaprire le case di campo dei nonni e farne, se possono, un resort. Ovunque, dall’Irpinia al Veneto, le comunità divise dall’emigrazione del secolo scorso (e di questo) si rimpiangono, si cercano, si tramandano raccomandazioni. E’ anche un modo per capire meglio, a partire dalle nostre, le migrazioni degli altri.