Il clan degli scissionisti incassa ancora due colpi: il carcere duro per la reggente, e l’arresto per un rampollo di famiglia.
Zia Rosaria «è uno dei capi», dicono di lei i collaboratori di giustizia. Orini da eseguire immediatamente i suoi, la donna boss che ha una quota su tutte le attività criminali del clan, un tesoretto da diversi milioni di euro. Da ieri Rosaria Pagano, per tanti «zia Rosaria», la temuta sorella di uno dei fondatori del clan degli scissionisti Cesare Pagano, è reclusa in regime di 41bis, il carcere duro. Un suo stretto congiunto, invece, un nipote di soli 16 anni è finito in manette assieme ad altri due indagati per un duplice omicidio avvenuto lo scorso giugno a Melito. Vedova di un Amato, sorella di Cesare Pagano, «zia Rosaria» è troppo pericolosa per i giudici ed è troppo alta la possibilità che lei potesse dettare ordini anche dal carcere. Da ieri un rampollo della famiglia, di appena 16 anni, è in carcere, sottoposto a fermo, sospettato di aver avuto un ruolo in un duplice omicidio avvenuto il 20 giugno del 2016 a Melito. Insomma, a soli 15 anni avrebbe preso parte all’esecuzione ’per dare l'esempio', per punire iniziative che erano state considerate troppo autonome di quei due affiliati infedeli, Alessandro Laperuta e Mohamed Nuvo. Per lui le accuse di omicidio aggravato da finalità mafiose e di detenzione e porto illegale di armi da guerra a caric