di Luciano Trapanese

«Ho parlato con investigatori dei servizi segreti, mi hanno rivelato che diverse centinaia di famiglie del napoletano si sono convertite all'islamismo perché ricevono aiuti da Imam e moschee».

Simone Di Meo, giornalista di Panorama, ci racconta al telefono una notizia come minimo sorprendente. «E che dovrebbe destare – continua – almeno attenzione se non allarme».

I numeri non sono ancora preoccupanti. Ma la dinamica sì. E molto.

«Funziona così – aggiunge Di Meo, che sull'argomento ha anche scritto un articolo su Lettera 43 -: ci sono famiglie che hanno difficoltà economiche, magari perché hanno perso il lavoro, un familiare o sono cadute in disgrazia per qualsiasi altro motivo. Ricevono dalle moschee o dall'Imam un piccolo aiuto, magari pasti e qualche soldo, non immaginate chissà quali cifre, e lentamente si avvicinano all'Islam, alla conversione».

L'elemosina rituale è uno dei capisaldi della religione di Maometto. La Zakat. Un insegnamento del Profeta: «Chi ha un debito in sospeso e dei figli, venga pure da me; io sarò il loro protettore, pagherò il debito e aiuterò i suoi bambini».

La conversione all'Islam non riguarda solo le famiglie. «Ho incontrato – aggiunge Di Meo – dei giovanissimi che si sono convertiti all'Islam. E parlo di ragazzi di 14 anni. Hanno trovato una comunità accogliente...».

Per ora i numeri non sono da allarme. C'è solo la constatazione che molte famiglie del napoletane possono contare sull'aiuto di istituzioni musulmane (e non sullo Stato), e che quell'aiuto porta in tanti casi alla conversione.

E' chiaro che questa vicenda non può non richiamare alla memoria quella di Maria Giulia Sergio, la ragazza di Torre del Greco che oltre ad abbracciare la religione di Maometto ha anche imbracciato il mitra ed è diventata una combattente per lo Stato Islamico.

La comunità islamica – pur riconoscendo la Zakat – non conferma ufficialmente la nota dei servizi segreti. Gli Imam delle maggiori moschee parlano di aiuti magari alimentari e sostegno morale, nessun sussidio economico, «anche perché non abbiamo i mezzi».

E' indubitabile però che una silenziosa azione di proselitismo, poggiata sulle difficili condizioni economiche di tanti connazionali, appare credibile. Come del resto non è solo credibile, ma più che accertata, la conversione di tanti italiani e italiane. «Del resto – ci hanno risposto -, nessuno ha da ridire se qualcuno abbraccia Buddha, perché dovrebbe essere diverso se si sceglie di seguire la strada indicata dal Profeta».