Montella

 

 

Di Andrea Fantucchio

Legittimo l’operato del comune di Montella nel rilascio del permesso in sanatoria in favore dei Ciancillli.

Fra vicini, si sa, spesso gli attriti non mancano. A volte, capita che si risolvano con una chiacchierata, altre è necessario l'intervento del giudice. Ma è raro che si arrivi a interpellare il Consiglio di Stato. Eppure è quanto accaduto a quattro residenti di Via Dei Caduti a Montella: Domenico Capone, Loredana Fierro, Marco e Bruno Cianciulli. 

Motivo del litigio il fabbricato che i Cianciulli stanno costruendo poco distante dall'abitazione di Capone e Fierro, che  hanno contestato la volumetria dell'edificio e la pretesa violazione di distanze. I Cianciulli, allora, hanno fatto richiesta di costruire in sanatoria. Ma i due vicini non si sono arresi. Rivolgendosi al Tar. L'inizio di mesi estenuanti. Il Ctu (consulente tecnico d'ufficio) è stato incaricato dal Tribunale amministrativo Regionale Salernitano di svolgere diversi sopralluoghi. E alla fine il Tar ha deciso per la demolizione del primo piano dell'edificio al centro delle polemiche, sito in pieno centro del comune montellese in zona parzialmente edificabile.

Una scelta inaccettabile per i Cianciulli. Che difesi  dall'avvocato amministrativista Rossella Verderosa, hanno sottoposto la questione al Consiglio di Stato. Che ha sospeso la decisione del tribunale Regionale. Alla base di questa scelta i “danni irreversibili ” che la demolizione del primo piano avrebbe arrecato all'edificio e soprattutto la fondatezza dei motivi di appello; difatti il Consiglio di Stato non solo ha concesso la sospensiva ma ha ritenuto fondato l'appello dell'avvocato Verderosa in ordine alla corretta applicazione dell’artr.38 del DPR 380/2001, OVVERO LA SANZIONE PECUNIARIA IN LUOGO DI QUELLA DEMOLITORIA. 

Capone e Fierro difesi dall’avv D’Angiolella hanno fatto ricorso al Tar per il permesso di costruire in sanatoria. E non per la demolizione.

Insomma: un lieto fine per i Cianciulli che ora potranno ultimare l'edificio così come espressamente statuito da Palazzo Spada.