Benevento

Sul dissesto e sulla situazione della città interviene Pasquale Basile, attivista del L@P Asilo 31: "La città è in preda al degrado e all'abbandono perchè chi amministra ha deciso di condannare la città al dissesto e quindi di negare I servizi che però vengono pagati lo stesso a prezzi salatissimi. Il rinascimento beneventano di mastella in poco più di un anno si sta rivelando la più grande bugia della storia. La cittá è in balia dei suoi problemi ma il copione di chi amministra è sempre lo stesso ovvero si cerca nel dissesto la giustificazione alla propria incapacitá amministrativa, il paravento con il quale è possibile disattendere a qualsiasi impegno amministrativo. Al sorgere di un problema di qualsiasi natura prontamente il sindaco più piagnone della storia della città è pronto a riscaldare la solita minestra. Eppure ogni giorno che passa possiamo capire che la dichiarazione di dissesto è stata una scelta politica di mastella per scaricarsi innanzi tutto da ogni noia amministrativa che la città pone scaricando di continuo ogni responsabilità a chi lo ha preceduto senza però fornire alcuna soluzione ai problemi che pur sussistono. Il dissesto resta una scelta politica di mastella poichè con esso può scaricare il risanamento dei debiti ancora una volta sulla pelle dei cittadini. E infatti mentre I ceti politici giocano allo scarica barile chi paga il dissesto con costi sociali enormi e col taglio dei servizi sono I cittadini e la città".

Basile cita Napoli, che pur con una mole debitoria altossima è riuscita ad evitare la dichiarazione di dissesto: "Eppure la città di Napoli, guidata da Luigi De Magistris, che ha un debito di gran lunga superiore a quello beneventano è riuscita a non dichiarare dissesto e ad approvare il bilancio con sacrificio e difficoltà ma garantendo perfino tutti i servizi ai cittadini. A benevento invece si è voluto a tutti I costi dichiarare dissesto solo ed esclusivamente per far si che gli attuali amministratori mantengano la poltrona indisturbati per I prossimi cinque anni nel mentre vedono cadere in rovina la città al ritmo del solito ritornello: non è colpa nostra. I problemi della città sono immutati, I servizi di pulizia e spazzamento e disinfestazione scomparsi, I servizi sociali dimezzati, la mensa è chiusa, restano vive soltanto le nomine e gli incarichi agli uomini chiave che hanno sostenuto questa giunta, Il raddoppio degli stipendi ai dirigenti, I messaggi a reti unificate e le pagliacciate televisive con cui provare ogni tanto a recuperare consensi. Le giornate ecologiche autoreferenziali con tanto di codazzo di consiglieri e assessori sono l'emblema di una classe politica che è tutta presa ad esaltare se stessa e a farsi intervistare, fotografare speculando politicamente sui drammi di una città in ginocchio, che non si ha capacità ne volontà di risolvere".