Benevento

Dati e numeri contrastanti: più lavoro, meno disoccupati, ma anche più inattivi. Abbiamo fatto il punto con Antonio Maiella, che da dieci anni si occupa di problematiche legate al mondo del lavoro. Abilitato all’esercizio della professione di Consulente del Lavoro, Antonio Maiella è segretario provinciale della Uil Federazione Poteri Locali di Benevento. Giornalista iscritto all’Albo dei Pubblicisti della Campania, scrive su numerose testate in qualità di esperto in materie giuslavoristiche.

 

Antonio, Gli ultimi dati sul lavoro a Benevento sembrerebbero positivi: scende il tasso di disoccupazione, sale quello di occupazione. Sono dati reali e si può sorridere?

Anche i clown, notoriamente, sorridono ma la loro realtà intima è spesso triste. In Italia prima di commentare i nudi dati gli addetti ai lavori devono interrogarsi sulle dinamiche cognitive dell’uomo e trovare una risposta condivisa su cosa si intenda per lavoro, valore fondante della Repubblica Italiana. Esso è parte integrante dell’essere umano o merce di scambio? Perché per dare una lettura serena a questi dati dobbiamo capire prima il nostro punto di (s)vista, delle due l’una: se il lavoro è parte integrante dell’essere umano, allora, possiamo parlare di mesto sorriso, perché nessun report ci informa sulla qualità del lavoro e su un eventuale positivo impatto sul benessere sociale dei lavoratori contribuenti. In circa dieci anni di attività sindacale ho assistito alla totale regressione della qualità della vita dei giovani e dei lavoratori tutti. La percezione di una Repubblica fondata sul lavoro si sta perdendo nel tempo… Se, invece, il pensiero predominante ci dice che il lavoro è merce di scambio, e quindi soggetto alle semplicistiche regole della domanda e dell’offerta, accettiamo questa visione neoclassica dell’economica e brindiamo, gaudenti, ai dati sciorinati... Personalmente ritengo che il lavoro sia sinonimo di dignità e oggi la dignità è minoritaria in Italia.

 

Quanto hanno inciso gli incentivi legati alla decontribuzione nelle nuove assunzioni? I nuovi posti possono essere ritenuti stabili o si teme che finiti gli incentivi si possa avere un contraccolpo?

Ben vengano gli incentivi ma come punto di partenza di un percorso di stabilizzazione del lavoro precario ad ampio spettro. Gli incentivi, così, come sono stati strutturati non reggeranno alla lunga distanza. Non dimentichiamoci che lo scorso governo di centrosinistra oltre agli sconti Irpef da mettere in busta paga ai lavoratori e all’introduzione degli incentivi sulle assunzioni ha anche potenziato la struttura portante degli ammortizzatori sociali dando maggiore estensione temporanea alla Naspi. Dal 7 marzo 2015, le tutele per i nuovi assunti sono state oggetto di una forte compressione, che, a mio avviso, potrebbe portare ad un punto di rottura delle relazioni industriali. Ma il problema non è soltanto Italico. Urgono correttivi su base Europea, l’Europa di Schuman era altra cosa, non puoi includere nel mercato unico Paesi non all’altezza del ruolo. Troppe aziende producono in altre realtà economiche dell’euro zona per abbattere il costo del lavoro, lasciando il personale italiano in disoccupazione e quindi a carico della collettività. Servirebbe un contratto unico europeo che imponga i minimi sindacali agli Stati introducendo elementi fissi della retribuzione al fine di armonizzare, anche solo in parte, la paga base. Il Governo, intanto, dovrebbe impegnarsi per disegnare un’utile destrutturazione del cuneo fiscale; poi, a mio avviso, i capitali si accumulano con i metodi liberali e si distribuiscono in un’ottica socialdemocratica, perché una società che lascia indietro le fasce deboli è destinata a sfaldarsi. 

 

Capitolo voucher: sei stato tra i più critici nei confronti di questo strumento, che oggi non c'è più. Nel Sannio se n'è fatto un largo uso: senza si avrà un incremento del lavoro nero come sostengono in molti dal mondo imprenditoriale? I voucher, negli ultimi anni, erano diventati uno strumento di precarizzazione di massa. Ritengo, però, che abolire i buoni lavoro sia stata una decisione frettolosa. I voucher dovevano essere oggetto di un robusto restyling, anche un po’ retrò, ma utile a riportare il lavoro accessorio allo spirito e alla lettera della Riforma Biagi. Con gli amici appassionati di diritto del lavoro stiamo ragionando su nuove e alternative ipotesi contrattuali, ma, al netto del Contratto di Lavoro Intermittente (job on call), che, tra l’altro, ha una struttura normativa molto più rigida, non vi sono altre soddisfacenti soluzioni. Attendiamo fiduciosi nuovi (e si spera virtuosi) strumenti di flessibilità.

 

Commercio: da questo punto di vista il trend nel Sannio è sempre negativo. Le nuove imprese hanno vita breve e chiudono i battenti anche quelle storiche, corso Garibaldi è un deserto. Perché? Quali politiche sarebbero da mettere in campo per risollevare il settore? Benevento, fino ad un decennio fa, era una città a trazione istituzionale. Non ha mai avuto grandi gruppi industriali insediati sul territorio, però, aveva un forte tessuto istituzionale: Banca d’Italia, Scuola Allievi Carabinieri e altre rappresentanze degli organi dello Stato e degli Enti Locali. Ecco, la Scuola Allievi era la nostra Fiat, creava un indotto economico derivato non indifferente, idem la Banca d’Italia e le altre strutture delocalizzate. Creare il deserto istituzionale ha certamente inciso sui bilanci dei piccoli e medi esercenti, così come ha inciso l’impoverimento delle buste paghe dei lavoratori, la disoccupazione giovanile e la mediocre qualità occupazionale dei nuovi lavoratori. Il lavoratore medio, mensilmente, viaggia verso la quarta settimana, con inquietudine e sofferenza. Il tutto si ripercuote negativamente sulla spesa, sui consumi e sui trasferimenti dei beni. Le politiche da mettere in campo le deve chiedere agli eletti dal popolo, i sindacati, gli ordini professionali, le associazioni di categoria danno gli imput ma non decidono le strategie socioeconomiche. Personalmente, trovo la politica dell’austerità e del rigore non idonea al contesto storico finanziario attuale, ma il mio parere val poco.

Crisvel