Uno se n'è rimasto in silenzio dopo aver preliminarmente negato ogni addebito, l'altro ha invece risposto al gip Gelsomina Palmieri. Assistito dagli avvocati Pierluigi Pugliese e Stefanina Paolo, Giuseppe Iachetta, 29 anni, di Montesarchio, lo ha fatto offrendo una ricostruzione, opposta a quella curata dai carabinieri, della vicenda per la quale era stato arrestato al pari di Paolo Spitaletta (avvocato Marcello Giulianini), 48 anni, di Tocco Caudio, già noto alle forze dell'ordine.
Per entrambi l'accusa di aver condotto in una zona di campagna due fratelli e di averli minacciati e picchiati per indurli a confessare un furto compiuto alcuni giorni prima. Un'incursione nell'abitazione del suocero di Iachetta, messa a segno mentre il giovane era impegnato nella promessa di matrimonio, che aveva fruttato oro, soldi ed una pistola detenuta legalmente.
Il 29enne ha escluso di aver incontrato le due parti offese, precisando di essere stato nel tardo pomeriggio di giovedì prima dal padre della moglie, poi in un bar di Tocco Caudio. Inoltre, ha sostenuto che i due fratelli sarebbero già stati a conoscenza dell'intenzione del suocero di denunciarli come gli autori del raid. Parole che hanno indotto il giudice ad indicare la necessità di un approfondimento investigativo delle circostanze descritte dall'indagato, al quale ha attenuato la misura: dai domiciliari all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Arresti in casa, invece, per Spitaletta, che era finito in carcere.
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