di Luciano Trapanese
Ma chi è quell'idiota che ha aperto un account a nome di tal Elisabetta Fatale, inondandolo di foto della povera Tiziana Cantone, la ragazza napoletana morta suicida dopo aver subito per mesi gli effetti di una devastante gogna mediatica? Una pagina che conta – al momento – 1333 amici, molti dei quali commentano, ignari e compiaciuti, sotto le singole foto. Altri – per fortuna – invitano a mettere fine a questo ennesimo e inspiegabile atto di sciacallaggio contro una delle più emblematiche vittime del web.
La pagina Facebook è stata continuamente segnalata al social network, con inviti a oscurarla. Al momento non è accaduto nulla. La pagina è sempre lì, continua ad accumulare like e amici, mettendo in bella mostra le foto sorridenti di una ragazza che non c'è più.
Una persecuzione che continua anche da morta. Senza fine. Circolano ancora in rete quei famigerati video sexy inviati incautamente dalla ragazza di Mugnano ad alcuni conoscenti e poi postati in internet. Quella orribile finestra, aperta sulla vita intima di Tiziana Cantone, non si riesce a chiudere.
Eppure, lo ricorderete anche voi, il coro fu unanime all'epoca del suicidio. Basta gogna mediatica. Basta bullismo in rete. La giovane napoletana, o chi per lei (il fidanzato?), ha commesso un errore a diffondere quelle immagini, ma questo non potrà mai giustificare l'accanimento brutale che le ha distrutto la vita fino a condurla in un crescendo di disperazione al gesto estremo.
Sono trascorsi pochi mesi da quella indignazione generale (sollecitata magari dagli stessi che avevano contribuito a far proliferare in rete quei video, esibendosi in commenti irripetibili), e qualcuno continua a divertirsi con l'immagine della ragazza creando account fasulli su Facebook.
Non si può non segnalare anche la lentezza del social network a intervenire. La stessa lentezza manifestata dai siti che ospitavano i suoi video: hanno continuato – e molti continuano – a lucrare sulle immagini di Tiziana. Come avvoltoi.
Una brutta storia, che continua a ripetersi. Nonostante tutto.