A Guardia Sanframondi la professoressa Emanuela Marinelli, nota sindonologa romana conosciuta in tutto il mondo, ha consentito a un pubblico attento e interessato di avvicinarsi alla storia e ai misteri del Sacro Lino custodito a Torino e che, secondo i più, è il lino funebre che ha avvolto il corpo di Gesù Crocifisso.
Nella restaurata chiesa dell’Ave Gratia Plena di Guardia Sanframondi è stata infatti presentata l’ultima fatica editoriale della nota studiosa “La Sindone – storia e misteri” scritta a quattro mani con lo storico-archeologo Livio Zerbini. Hanno accolto la Marinelli il Sindaco Floriano Panza e la dottoressa Filomena Prete presidente delle locali ACLI.
Si dice che alla Sindone ci si può avvicinare per semplice curiosità o per interesse scientifico, oltre naturalmente che sotto la spinta di una fede che non ha certo bisogno di prove o certificazioni di autenticità. Ebbene, nel corso di una esposizione dotta e lineare, documentata e insieme divulgativa, a volte puntigliosa e quasi polemica nei confronti di chi sull'argomento si esprime senza la necessaria obiettività documentale, la relatrice ha esposto lo stato degli studi sindonologici, sia dal punto di vista storico, sia sotto l’aspetto iconografico, ma soprattutto alla luce delle ricerche e sperimentazioni rigorosamente scientifiche che nel corso del XX secolo, dopo la sconcertante fotografia scattata al lenzuolo da Secondo Pia che rivelò la particolare caratteristica della negatività dell’impronta riportata sul Telo, hanno fatto luce sui tanti misteri che il “reperto” nasconde. Resta non risolto il mistero più grande: quello sulle modalità di formazione dell’impronta fronto-dorsale di un uomo flagellato e crocifisso. E sarà ancora la scienza in futuro a cercar di svelare il mistero alla luce di nuove eventuali conoscenze.
Nel corso della lunga esposizione si è rivelato particolarmente coinvolgente il percorso attraverso i primi 13 secoli, durante i quali notizie storicamente e specificamente riferite al lenzuolo acquistato da Giuseppe d’Arimatea (così come racconta il Vangelo di Giovanni) mancano, mentre numerosissimi si riscontrano i riferimenti indiretti al cosiddetto “Mandylion”, sia dal punto di vista letterario, sia iconografico e persino dal punto di vista botanico ed archeologico. Vasta ed esauriente è stata la parte relativa al periodo e alle modalità della comparsa della Sindone in Francia nel corso del XIV secolo.
Molto interessante è stata l’accurata disamina delle motivazioni secondo le quali la famosa radio-datazione del 1988 con il metodo del carbonio 14 (radio-datazione che fissò l’origine medievale del Telo al 1260-1390) non può ritenersi attendibile, mentre tutte le altre indagini scientifiche multidisciplinari consentono una datazione che va a situarsi agli inizi dell’era cristiana.
Non è mancata da parte della professoressa Marinelli una conclusione che si è rivelata una catechesi e, perché no, una preghiera che ha toccato gli aspetti più profondi della fratellanza e della solidarietà umana.