di Luciano Trapanese

Si chiama Ossigeno, ma potrebbe avere il respiro corto. L'associazione che ambisce a far rinascere Avellino e che fa capo a Luca Cipriano, ha obiettivi ambiziosi (giusto così), un po' vaghi («ma ci stiamo lavorando»), odora un po' di elitarismo populista, e nasce con la sindrome che intona: «I partiti, vade retro». Non manca una spruzzatina di stampo grillista («non crediamo in questa politica e in questo sistema»), e tante buone intenzioni.

Centottanta adesioni. Novanta iscritti. Nel nome dell'associazionismo che punta al bene comune.

Per carità. Iniziativa lodevole. Almeno qualcosa si muove nel sonnolento, stanco e asfittico panorama cittadino.

E Cipriano fa bene a provarci. Ma mettesse da parte le frasi del tipo «io epurato dal Pd», come a segnare una distanza. Così come dovrebbero fare altri tra i suoi novanta uomini di ferro, che con le amministrazioni democrat al comune hanno avuto ben più di una liason.

Sarà impopolare, ma mica è una vergogna aver militato in un partito?

Lavorassero sulle idee. Contano quelle. La proposta politica. La rinascita della città. Ma per favore, senza snobismi. Palesi nell'esibizione di quella lista di professionisti che si sono avvicinati al progetto. Pure perché non si capisce cosa abbiano fatto di male gli operai, i commercianti, i disoccupati, le casalinghe. Sono forse peggio di presidi, avvocati e professori?

Beh, sarà stato un errore di comunicazione. Un inciampo strano per chi, come Cipriano, ha dimostrato – anche nella gestione del Gesualdo -, indubbie capacità in materia.

E abbandoni quell'aria da Macron in marcia (ha più volte ripetuto che «siamo in cammino»). Che di simboli nuovi una certa area non ne ha proprio bisogno (ci sono bastati Tsipras, Obama, Zapatero e Blair). Pure perché questa è Avellino e ha bisogno di solidi, competenti, innovativi e capaci amministratori. Magari anche così umili da poter dialogare con la città intera.

Più che chiacchiere, elabori – come ha annunciato – un progetto complessivo. Un piano per ridare anima e futuro ad Avellino. E lo dica chiaro, e proprio per andare oltre le stantìe liturgie della vecchia politica: lavoro con questi amici per candidarmi a sindaco. Non c'è nulla di male. Oltretutto lo sappiamo tutti che è una sua vecchia ambizione.

Ci auguriamo che altre proposte facciano lo stesso percorso (il Movimento 5 Stelle ha iniziato), e anche nel centrodestra qualcosa si muove (Primavera Irpina): così almeno alle prossime amministrative gli elettori potranno scegliere anche sulla base di progetti veri e visioni della città, piuttosto che su un vago senso di appartenenza e una sempre più labile promessa clientelare.