“Conti? A San Lorenzo Maggiore è temutissimo perchè è ritenuto pericoloso. Tutti hanno paura di lui, anche De Libero ne nutriva tanta nei suoi confronti, e di ciò l'ho sempre rimproverato...”. Parola di Francesco Lorenzo Mei, maresciallo della guardia di finanza in servizio a Campobasso, vicesindaco di San Lorenzo, ma con funzioni di primo cittadino da quattordici mesi. Da quando – il 9 febbraio dello scorso anno - il sindaco Emmanuele De Libero e Pellegrino Colangelo, capo dell'ufficio tecnico comunale, sono finiti agli arresti domiciliari – ai quali sono tutt'ora sottoposti – con l'accusa di concorso in concussione: una tangente che sarebbe stata pretesa dall'imprenditore Umberto Conti per un intervento di infrastrutturazione, in subappalto, nell'area Pip del centro telesino. Mei è stato l'ultimo dei cinque testimoni del pm Donatello Palumbo – di un sesto sono state acquisite le dichiarazioni – ascoltati nel processo nato dall'indagine condotta dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cerreto Sannita.
Erano all'incirca le 14.30 quando ha lasciato l'aula Falcone-Borsellino dopo le risposte alle domande delle parti (e del collegio giudicante); come quella dell'avvocato Antonio Di Santo (assiste Conti, parte civile), alla quale ha replicato ammettendo – non avrebbe potuto fare altrimenti - “di essere indagato a Benevento per un'ipotesi di concussione e, presso la Procura militare, per quella di ingiurie ai danni dei carabinieri di Cerreto”. Mei, dal 2000 impegnato nella politica locale con più ruoli, ha precisato di “non aver mai avuto buoni rapporti con Conti. Stavamo litigati da una vita per questioni personali, non ci salutavamo da anni. Abbiamo iniziato a farlo a metà giugno 2015, quando sono partiti i lavori”. Ha sottolineato “che non sono mai state chieste tangenti alle ditte, ma solo qualche cortesia: una buca da rattoppare, la manutenzione di un edificio...”, ed ha ricordato che in una occasione De Libero gli aveva confidato “di aver prestato 5mila euro a Conti che aveva problemi con la certificazione Soa”, e gli aveva chiesto, “su sollecitazione dello stesso Conti, di interessarsi alla velocizzazione della pratica del rinnovo del documento...”.
Non sono mancati i riferimenti all'incontro a Ponte con un militare "per sapere, per curiosità, quanto fossero vere le voci che circolavano in paese su inchieste e possibili arresti", alle "cimici piazzate in Comune, proprio dove Conti venne a minacciarci tra novembre e dicembre 2015 perchè credeva che certi lavori fossero stati commissionati dal Comune. Invece era stata la Provincia...".
Prima di Mei, dinanzi al Tribunale avevano deposto il direttore dei lavori, Angelo Di Libero, Antonio Iannotti, un dipendente dell'ufficio tecnico del Comune e, soprattutto, Antonio Giuseppe Iorio e l'ingegnere Barbato Iannella.
Iorio è il titolare dell'impresa di costruzioni che si era aggiudicato l'appalto nella zona Pip per un importo di 804mila euro. Ha ripercorso le fasi legate alla scelta di Conti, (“Prima assunto perchè aveva mezzi e personale che in quel momento mi mancavano perchè nel frattempo ero impegnato anche a Paupisi e Calvi, poi subappaltore”), avvenuta dopo un colloquio con un suo amico, Barbato Iannella. L'imprenditore ha affermato di “aver versato a Conti, fino al dicembre 2016, 330mila euro sui 430-450mila complessivi dovuti anche per il noleggio dei mezzi”, e di aver contestato le “fatture da lui emesse per 717mila euro”.
L'ingegnere Iannella, dal canto suo, ha spiegato di aver pensato a Conti perchè aveva a disposizione “uno dei tre vagli presenti in tutta la provincia”. Un macchinario che avrebbe consentito di attuare il 'piano delle materie' che lui aveva curato, “separando il terreno dalle pietre, per poterle riutilizzare, nei 15mila metri cubi di materiale che dovevano essere movimentati”. Una scelta “operata in un contesto tecnico e basta”, ribadita anche in coda alla conferma di ciò che aveva detto agli investigatori nel febbraio 2016 a proposito di Colangelo, “che gli aveva riferito che il sindaco De Libero gli aveva detto che doveva essere Conti a lavorare in quell'appalto...”. Fissati i prossimi appuntamenti: 20 aprile per l'esame degli imputati e 4 maggio per i testi della difesa, rappresentata dagli avvocati Roberto Prozzo, Claudio Sgambato e Giuseppe Cerulo.
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