Agropoli

Un appuntamento preso con il proprio assassino. L'ultimo della sua vita. Ma questo Marco Borrelli non poteva immaginarlo quando giovedì scorso ha incontrato alla Chiesa del Sacro Cuore per un chiarimento Mrabet Nezar, l'ex fidanzato della sua attuale compagna, che non accettava la separazione dalla ragazza. I due hanno iniziato a camminare e discutere, finendo in una zona isolata, dalla quale il 20enne di Agropoli non sarebbe mai uscito vivo. E' morto lì, colpito da un fendente alla gola nei pressi del parco Le Ginestre.

A dirlo sono i risultati delle indagini sul caso. L'assassino sarebbe poi scappato via, lasciando Borrelli a morire dissanguato, e portando con sé il cellulare del ragazzo; un telefonino poi buttato in un cestino della spazzatura sul lungomare, dove è stato trovato dai carabinieri.

Proprio da quel cellulare era partito un messaggio di Borrelli al padre: chiedeva aiuto, aveva paura per la propria vita. Poi il silenzio con l'apparecchio che risultava spento. Da lì sono partite le ricerche. Ma Marco è stato trovato solo il giorno dopo l'omicidio, intorno alle 15, da un uomo che portava a passeggio il cane. Sin dai primi momenti dei militari i sospetti sono caduti su Nezar. Il 25enne è stato sentito dai carabinieri fino a quando non ha confessato il delitto.

Dalla serata di venerdì è in stato di fermo con l'accusa di omicidio aggravato e porto abusivo di arma da taglio. Si attende la convalida del provvedimento da parte del gip del tribunale di Vallo della Lucania. Ora si dovrà chiarire se Nezar abbia agito sull'onda dell'impeto o se avesse già pensato al delitto.

Ulteriori chiarimenti si avranno dai risultati sull'autopsia che sarà effettuata domani. Intanto, in attesa che la salma sia liberata per le esequie, i familiari del giovane Marco si sono chiusi nel loro dolore. Tutt'intorno una comunità sotto choc che non ricorda casi così efferati di violenza, e che, ora, chiede giustizia.

Sara Botte