Afragola

 

 

di Simonetta Ieppariello

Ha cercato di salvare il suo papà. Quello stesso papà che invecedi portalo allo zoo lo ha chiuso in un'auto che stava per diventare la sua camera a gas, stava per essere anche la sua tomba. Ha vagato in auto, dalla Campania è arrivato in Toscana. Ha parcheggiato. Ha fatto riempire l'auto di gas. Poi mentre lui moriva, il piccolo ha tentato di salvarlo. Nel tentativo estremo di salvare il suo papà il piccolo Augusto è sceso dall'auto per cercare aiuto. Così si è salvato. Il piccolo semistordito ha avuto la forze di correre a perdifiato, in un ambiente che non conosceva, lontano da casa sua, fino alla prima abitazione dove ha chiesto a chi ha aperto la porta di casa: “Per favore aiutatemi. E venite ad aiutare anche il mio papà”». E' il racconto della tragedia di Montecatini Val di Cecina, nel Volterrano dove si è salvato Augusto, il bambino che sabato è stato portato via dal padre, Simone Giomi 43 anni, all’uscita dalla scuola ad Afragola, e invece di andare allo zoo, è stato scaraventato in una tragedia di cui porta già i segni.

E lui, Simone Giomi, 43 anni, ha studiato con scrupolo e messo in pratica con determinazione un gesto senza ritorno: il suicidio in compagnia del figlio. Vivevano lontani, a oltre 450 chilometri di distanza. Simone a Castelfiorentino, il figlio ad Afragola con la mamma Marilena Capone, indipendente con il suo lavoro di commercialista. Sabato scorso, Simone va a Firenze per vedere il figlio. Già alle sei del mattino è alla stazione di Santa Maria Novella, sale sul treno per Napoli.  Viaggia arriva in Campania. Va a scuola da figlio gli dice di una gita. Non è così. Il piano è quello degli orrori.

Il piccolo di otto anni ora è in un letto dell’ospedale di Pontedera, circondato dall’amore della mamma, Marilena Capone di via Sanfelice ad Afragola, nell’attesa che il telefono squillasse. Avvisata è corsa in auto con il fratello verso la Toscana, avvisata dai militari che all'alba avevano trovato vivo il suo bambino, il suo ex era morto in quell'auto maledetta. E' arrivata dove è ancora ricoverato in osservazione il piccolo Augusto.

 

L’uomo aveva in passato già tentato il suicidio ma non aveva mai manifestato di voler uccidere qualcuno Il piccolo è ancora sotto choc e ancora non ha capito esattamente quello che è successo.

E lui, Simone, 43 anni, ha studiato con scrupolo e messo in pratica con determinazione un gesto senza ritorno: il suicidio in compagnia del figlio. Vivevano lontani, a oltre 450 chilometri di distanza. Simone a Castelfiorentino, il figlio ad Afragola con la mamma Marilena Capone, indipendente con il suo lavoro di commercialista. Sabato scorso, Simone va a Firenze per vedere il figlio. Già alle sei del mattino è alla stazione di Santa Maria Novella, sale sul treno per Napoli. Arriva in Campania. Fitta l'auto. Va a prendere il piccino a scuola. "Papà ti porta allo zoo" Avrebbe raccontanto. Poi invece il viaggio in auto, l'approdo in quello slargo e l'auto che si trasforma in una camera a gas.

«Non chiederei molto... vedere il mio cucciolo»

«Non chiederei poi molto...vedere il mio cucciolo». Questo scriveva il 28 febbraio scorso sulla sua pagina facebook il padre che si è suicidato. Lo stesso giorno l’uomo aveva condiviso un video dell’associazione padre separati che denunciava come migliaia di uomini separati non possano vedere i propri figli con regolarità. In un altro post l’uomo si lamenta di non aver potuto vedere la pagella del figlio e scrive:«Neppure conosco la pagella ancora...!!! Pur avendo chiesto.. La scorsa volta per vederla ho dovuto chiedere ad un giudice.. questa volta sarà lo stesso?!’ E poi tante foto di lui con il figlio, un bimbo dalla faccia vivace e sveglia. L’ultimo post è di sabato mattina quando l’uomo ha preso il treno da Santa Maria Novella per passare l’ultimo week end con il suo bambino.