San Salvatore Telesino

Il pm Maria Scamarcio ha illustrato le motivazioni per le quali ritiene che i due indagati vadano arrestati, non lesinando accenni critici alle valutazioni del gip Flavio Cusani, che in due occasioni – luglio e dicembre 2016 - ha respinto la richiesta di custodia cautelare in carcere, per insussistenza dei gravi indizi, a carico di Daniel, 22 anni, e Cristina Ciocan, 31 anni, i due fratelli rumeni coinvolti nell'inchiesta sulla terribile fine di Maria, 9 anni, anch'ella rumena, rinvenuta senza vita il 19 giugno dello scorso anno, morta annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino.

Di tutt'altro segno, ovviamente, rispetto a quelle della rappresentante della pubblica accusa, ma non del dottore Cusani, le conclusioni degli avvocati Giuseppe Maturo e Salvatore Verrillo, difensori dei Ciocan, che hanno offerto le loro argomentazioni ai giudici per sottolineare l'estraneità ai fatti dei loro assistiti, invitandoli anche a valutare il contenuto di alcune conversazioni, intercettate, tra i genitori della piccola. Colloqui che, a loro dire, potrebbero aprire uno squarcio finalmente definitivo nella definizione del caso.

La parola, adesso, è passata al Riesame, che dovrà decidere se accogliere l'appello del Pm contro il no del Gip, ordinando, dunque, l'applicazione della misura – che potrà però essere eseguita solo dopo la pronuncia della Cassazione sul prevedibile ricorso della difesa -, oppure respingerlo.

Per Daniel le ipotesi di reato di omicidio e violenza sessuale, per la sorella il concorso nella prima.Secondo gli inquirenti, la sera del 19 giugno Maria, di cui Daniel avrebbe abusato in più occasioni, sarebbe stata condotta in auto nella struttura, svestita e gettata in acqua. Un delitto al quale avrebbe contribuito Cristina, commesso perchè Daniel temeva che la piccola raccontasse le 'attenzioni' che lui le avrebbe riservato. Accuse sempre respinte dai due fratelli, supportate da un quadro indiziario che il gip ha ritenuto non connotato dalla gravità necessaria a disporre il loro arresto.

Numerosi i punti di dissenso, opposte le considerazioni di Pm e Gip su una serie di elementi: orario della morte; modalità, luogo e movente dell'azione omicidiaria; alibi degli indagati, tabulati telefonici e dati del traffico Gps; stato degli indumenti indossati dalla vittima; tracce olfattive dei cani molecolari, conversazioni intercettate; tracce di acqua sui pantaloni di Daniel e di materiale genetico a lui riconducibile sui leggins indossati dalla bimba il giorno prima. Con Cusani che aveva invitato a “continuare ad indagare, approfondendo anche ogni altra delle ipotesi investigative che si sono aperte nel corso delle indagini”.

Esp