“Apprendo dalla stampa e dai social, che deleghe precedentemente a me conferite in maniera doverosamente impasticciate, sono state per il nuovo Assessore rimodulate, previa opportuna rivisitazione”. Torna alla carica l'ex assessore Amina Ingaldi che tuona contro le decisioni del sindaco di revocarla e di riassegnare l'assessorato ad altri senza la delega sulla mensa scolastica. “In particolare – scrive Ingaldi - prendo atto che la parte afferente la delega alla “Famiglia e all’Infanzia” è rientrata correttamente - come da me più volte rappresentato per le vie brevi ed informali - nell’ambito della delega alle Politiche Sociali in capo all’Assessore Patrizia Maio, senza l’occorrenza di un nuovo provvedimento. Quando appena detto, quindi, dimostra la fondatezza dei miei rilievi offerti, diligentemente, alla valutazione del Sindaco con la nota 'Incriminata'.
Nella stessa, infatti, mi ero preoccupata di segnalare che l’inopportuno tentativo di sdoppiarle ha creato difficoltà nella gestione delle varie situazioni da trattare, ingenerando anche confusione e disservizi all’utenza'. Per quanto sopra ritengo che con l’eliminazione della sovrapposizione delle competenze si procederà in maniera più agevole e funzionale all’obiettivo di dare risposte all’utenza dando, finalmente, un approccio sistemico e non frazionato alle problematiche della famiglia. Apprendo, altresì, - scrive Ingaldi - dall’intervista rilasciata dal sindaco, nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo Assessore, che la delega inerente la mensa scolastica, al momento, è rimasta nella competenza del Sindaco, in attesa di trovare chi tra i Consiglieri vorrà proporsi per tale incarico'. Le notizie mi hanno riempito di gioia!”, ironicamente commenta l'ex assessora che spiega: “Ho potuto constatare che le decisioni assunte dal Sindaco, mi hanno dato completamente ragione; infatti, i rilievi da me sollevati con la nota “inquisita” sono stati dallo stesso integralmente recepiti nei fatti, contrariamente a quanto invece affermato nel corso dell’intervista durante la quale il Sindaco mi ha tacciato di incompetenza...
La “rivisitazione” delle deleghe (da me più volte richiesto nel corso di questi nove mesi) porterà un miglioramento nella gestione delle questioni da trattare e procurerà di sicuro dei vantaggi alla cittadinanza tutta. A questo punto però mi sorge spontanea la domanda: perché sono stata revocata? Se, come i fatti hanno poi dimostrato, le “doglianze” da me rappresentate, sono state totalmente recepite dal Sindaco, perché si è reso necessario procedere alla mia revoca? Quali sono le vere motivazioni che hanno spinto il Sindaco ad assumere una decisione così “meschina” e di basso profilo? Chi saprà aspettare sarà ricompensato. Al momento sono contenta per la Città e per i miei sostenitori che hanno sempre creduto in me, perché non posso fare a meno di constatare che il mio “sacrificio” è servito comunque a migliorare quantomeno la “questione” delle attribuzioni delle deleghe che originariamente erano state conferite dal nostro “esperto” Sindaco in modo confusionario ed anche sconclusionato. Infine, per quanto attiene la questione dei dirigenti da me sollevata, non mi sorprenderò, se a breve - alla luce di recentissime esternazioni del Sindaco - si dovrà assistere ad un’altra “caporetto”, dovendo ammettere che, anche queste mie doglianze, non erano peregrine. Ecco la rappresentazione di questi miei amletici dubbi: Sembra, infatti, che qualcun altro e non il Sindaco abbia nominato i dirigenti tra il personale dipendente dell’Ente attraverso una forma di “evidenza pubblica” che lascia il tempo che trova!!! Ma non si muove foglia che il Sindaco non voglia! E quindi…”.
Sulla questione dei dirigenti, Ingaldi incalza il sindaco: “Non è vero che lui non può niente sui dirigenti, li ha già tutti trovati e non può rispondere della loro scarsa competenza. Invece, i nominati non solo hanno avuto il suo placet ma, allo scadere dei primi sei mesi, sono stati tutti rinnovati compresi quelli non sufficientemente efficienti. Mi aspetto quindi che, dopo le mie lamentele, vorrà prendere le distanze da questi “tecnici” che stanno rallentando oltremodo la macchina amministrativa ed hanno determinato quel famoso STALLO da me richiamato; se anche questa circostanza si avvererà, avrò avuto ragione su tutto!” E conclude: “Invece di apprezzare l’esternazione del mio disagio volto a dare un impulso migliorativo, positivo e costruttivo, alla macchina amministrativa, attraverso l’auspicato confronto, vengo condannata per insubordinazione ed essere defenestrata!...”