di Andrea Fantucchio
(Clicca sulla foto di copertina e guarda lo speciale video-reportage di Ottopagine. Le foto a fine articolo) «Lì dentro entrano ed escono coppie di rumeni e polacchi. Ormai ci abitano da anni. I carabinieri li hanno cacciati. Ma poi ritornano. Lo vedete voi stessi: la struttura può cadere da un momento all'altro. Guardate che crepe». La denuncia di Maria Napolitano. Cittadina e collega che abita a Mercogliano. Lungo la strada che conduce a Capocastello. Dove c'è la piazzetta e la chiesa di San Pietro. Il nostro viaggio fra le scatole vuote irpine riparte da qui. La squadra: ci accompagnano Carmine Losco e Antonio Comella, sempre interessati ai problemi dei comuni irpini.
Dopo avervi mostrato lo stato del campetto comunale (GUARDA IL VIDEO) e dell'anfiteatro (GUARDA IL VIDEO), oggi vi raccontiamo di un edificio del quale si discute dal oltre vent'anni. Una struttura che appartiene a un privato. Ma, che di fatto, è abbandonata. Crepe evidenti sui muri e sulle pareti, pilastri consumati, interni distrutti. Il timore che possa un giorno cedere del tutto. E crollare sulle abitazioni in basso. Sarebbe una tragedia. Ma nonostante lo stato pietoso dell'edificio, qui dentro continuano ad abitare.
Coppie che trovano riparo nelle notti d'inverno ma, a detta dei cittadini, anche d'estate.
Dicono: «Buttano l'immondizia di sotto. Da lassù piove di tutto. Sia i cittadini che i carabinieri hanno provato a sgomberare l'edificio. Ma poi i senzatetto ritornano. Non c'è modo di cacciarli».
Nel cortile della struttura vediamo resti di giocattoli e arnesi da lavoro. Oltre a cartoni e bottiglie.
L'area intorno non è sorvegliata. Un degrado che continua nei parcheggi che si trovano poco distante. Parcheggi distribuiti su due livelli e oggi chiusi al piano inferiore. Ma, ovviamente, c'è chi vi accede. Ve ne parleremo presto.
Racconta Maria: «E' da quando ho otto anni che la struttura è ridotta così. Oggi ne ho più di trenta. Cercavano di nascondere lo scempio dipingendo la facciata frontale. Ma, quando le crepe sono diventate così evidenti, nessuno ha fatto più neppure quegli interventi»·
Continua: «Lì dentro continuano a entrarci. I senzatetto non hanno altro posto dove andare. Chissà che un giorno qualcuno muoia lì dentro. O, mi auguro non succeda mai, che un pezzo di palazzo consumato crolli. Sarebbe una tragedia. Purtroppo qui, ma in Italia in genere, si aspetta sempre che succeda il disastro prima di intervenire».
Maria negli anni passati, come giornalista, ha provato a chiedere spiegazioni sull'edificio.
Racconta: «Gli amministratori mi hanno detto che sull'edificio privato non si poteva intervenire. Solo che a me sembra assurdo. Non potevano tentare un esproprio. O, quantomeno, cercare di mettere in sicurezza l'area? E inserire delle telecamere?».
Un edificio, quello che vi stiamo mostrando, ridotto in questo stato da tempo. L'amministrazione Carullo ha ereditato questo problema da quella Saccardo. Nulla è cambiato . Purtroppo, lo ripetiamo, se proprio non si può intervenire sull'edificio privato, bisogna però far sì che la zona intorno sia messa in sicurezza. E realizzare dei controlli che possano far dormire sogni tranquilli agli abitanti intorno. Quell'edificio è sicuro? Il rischio crollo esiste? Si può lasciare che lì dentro ci dormano con tutti i rischi che ne derivano? La risposta per ora è un silenzio che vale un triste e colpevole assenso.
Segnala un disagio sulle nostre pagine Facebook: Ottopagine, Ottopagine Avellino, Ottopagine Benevento, Ottopagine Salerno, Ottopagine Napoli.
Segnala anche i tuoi disagi agli stessi indirizzi o alla mia mail: fantucchioandrea@gmail.com.