Calvi

Tre condanne-una in più di quelle proposte dal Pm -, un'assoluzione piena ed una serie di dichiarazioni di intervenuta prescrizione dei reati. E' la sentenza pronunciata questo pomeriggio dal Tribunale (presidente Rinaldi, a latere Camerlengo e got D'Orsi) nel processo a carico delle nove persone coinvolte nell'indagine sul Comune di Calvi avviata nel 2009 dal sostituto procuratore Antonio Clemente e dai carabinieri della Stazione di San Giorgio del Sannio.

Le condanne: 5 anni all'ex sindaco Giovanni Molinaro e ad Antonietta Rapuano, ex funzionaria del Comune; 2 anni e 8 mesi, concesse le attenuanti generiche, a Gerardo Iannella, consigliere in carica, geometra. Molinaro e Rapuano sono stati riconosciuti responsabili della concussione ad una società (episodi da 2004 al 2007) e, al pari di Iannella, ad una coppia (episodio del 2008) titolare di un contributo per la ricostruzione post terremoto.

A carico di Molinaro, inoltre, anche due tentativi di concussione, per Rapuano le imputazioni di falso e abuso d'ufficio per il trasferimento di residenza di una famiglia e di una ditta.

Molinaro e Rapuano sono sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, Iannella per la durata della pena. Tutti sono poi stati condannati al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore delle parti civili: il Comune di Calvi ed alcuni privati; quattro Molinaro, due ciascuno gli altri.

Molinaro, Rapuano e Iannella sono stati assolti, perchè il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto, da altre imputazioni. Assolta da tutte le accuse, con le identiche formule, Teresa Mangialetto, ex funzionaria del Comune, assolto anche Francesco Zitano, dipendente dell'Ente, perchè il fatto non sussiste, dall'accusa di concussione, mentre per quella di abuso d'ufficio è stata dichiarata l'intervenuta prescrizione. E lo stesso è accaduto anche in relazione ad altri addebiti prospettati per Molinaro, Iannella e Rapuano, Vincenzo De Cristofaro, assessore, e gli imprenditori Giuseppe Ingannato e Luigi Tuccillo, di Napoli; Gennaro Passaro, della provincia di Caserta.

Come si ricorderà, il pm Maria Scamarcio aveva chiesto la condanna a 4 anni, per concussione, per l’ex sindaco Giovanni Molinaro e l'ex funzionaria dell'Ente, Antonietta Rapuano, ed a 1 anno e 4 mesi, per calunnia, per la stessa Rapuano. Per loro e per gli altri, poi, la rappresentante della pubblica accusa aveva concluso per l'assoluzione e la dichiarazione di intervenuta prescrizione per tutte le altre contestazioni.

Le accuse a vario titolo: concussione (anche tentata), abuso d'ufficio, falso, lottizzazione abusiva, associazione per delinquere, calunnia, maltrattamenti. L'attività investigativa era partita dopo l'insediamento del commissario prefettizio Fiamma Spena. Una nomina successiva allo scioglimento del Consiglio comunale determinato dalle dimissioni presentate da nove componenti dell'Assemblea.

Nel mirino degli inquirenti una miriade di vicende, molte delle quali già al centro delle attenzioni della Digos, che si sarebbero verificate in un arco temporale lungo un decennio e che riguarderebbero i rapporti con imprese, dipendenti comunali e privati cittadini, gli appalti pubblici, il settore dell'urbanistica e la stabilizzazione del personale. Il blitz dei carabinieri si era tradotto all'epoca - 12 settembre 2011- negli arresti di Molinaro, Rapuano e Mangialetto, successivamente tornati in libertà in fasi diverse.Trentadue i capi di imputazione, quattordici dei quali già dichiarati prescritti durante il processo. Ora la sentenza e le tre condanne.

Sono stati impegnati nella difesa gli avvocati Domenico Iommazzo, Alfonso Furgiuele (per Molinaro); Carmine Lombardi e Carmine Monaco (per Rapuano); Mario Mirra e Maurizio Liviero (per Iannella); Raffaele Scarinzi e Vincenzo Ficociello (per Mangialetto); Marcello D'Auria (per Ingannato e Zitano); Andrea De Longis junior (per Tuccillo); Nicola Di Donato (per De Cristofaro); Rosario Mario Piccirilli (per Passaro).

Per le parti civili gli avvocati Domenico Russo e Benedetta Masone (Comune di Calvi e quattro cittadini), Mario Varricchio, Ivan Nigro e Giovanni Terrazzano.

Esp