Tiene banco a Benevento il caso di Amina Ingaldi, assessore alle politiche per la famiglia e l'infanzia e ai trasporti. Ci sarebbero turbolenze nel suo rapporto con il sindaco, anche alla luce di una lettera di doglianze scritta dall'assessore e inviata a Mastella. Non è escluso che nella prossima settimana ci possano essere novità.
Sul caso sono intervenuti anche i consiglieri di opposizione del gruppo Pd e Del Vecchio Sindaco: "L’assessore Ingaldi nel Question Time avrebbe dovuto rispondere a diverse interrogazioni, ma è risultata assente per ragioni familiari. Qualcuno, considerati gli ultimi accadimenti (compresa la lettera di doglianze della stessa indirizzata al primo cittadino), potrebbe pensare che, data altresì la delicatezza del momento, la Ingaldi si sia defilata in maniera “strategica” per evitare il confronto con le forze di minoranza e di vedersi scaricate addosso tutte le responsabilità relative alla sospensione del servizio mensa. Noi, pur essendo assolutamente certi che, trattandosi di motivi personali, la Ingaldi avesse le sue buone ragioni per non essere presente, ci sentiamo tuttavia di fare una riflessione su quella che è diventata una vicenda ai limiti del kafkiano. E’ difatti oramai acclarato che l’assessore Ingaldi non sia in grado di reggere la pressione politica che comportano le pesanti deleghe che le sono state assegnate. Onestamente, non sappiamo se alla base di questa sua insofferenza vi siano motivi di natura caratteriale, o magari un diverso modo di intendere la politica rispetto al sindaco che l’ha nominata e che lei stessa ha sostenuto in campagna elettorale. Quel che sappiamo però, è che in più circostanze, avevamo sollevato il problema segnalando la poca esperienza della Ingaldi nel trattare questioni tra le più spinose sul tavolo dell’amministrazione come l’Amts e la mensa".
Stigmatizzano, i consiglieri dei gruppi d'opposizione, anche l'atteggiamento della maggioranza nei confronti della Ingaldi, mai difesa: "Tra le principali responsabilità da addebitare alla Ingaldi, che in più di un’occasione, nei momenti di difficoltà, non è stata neppure difesa dalla maggioranza di cui fa parte, c’è senza dubbio il fallimento delle politiche sulla refezione scolastica (a cominciare dalla gara aggiudicata al massimo ribasso), a causa di scelte cervellotiche e prive di progettualità. Se da una parte si può immaginare che la Ingaldi si sia attenuta alle direttive del primo cittadino, dall’altra non si può omettere che lei ci abbia messo del suo: a cominciare dalla incompatibilità nel rapporto con la Pedà e i continui scontri che hanno portato quest’ultima a lasciare la maggioranza, a cui va aggiunto l’assecondare le risposte sempre monche e claudicanti del dirigente Castracane, per proseguire con la difesa ad oltranza della ditta Quadrelle poi puntualmente ricusata dopo i controlli e le relazioni della Asl, e chiudere con l’atto finale, quello più grave in assoluto, ovvero l’interruzione definitiva del servizio mensa. Dopo averne fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale, promettendo cambiamenti radicali e stravolgimenti epocali, la cosa migliore che sono riusciti a fare è stata lavarsene le mani ed eliminare il problema, come già fatto con la privatizzazione dell’Amts e dei parcheggi e come faranno, prossimamente, anche con l’Asia. Quello che noi leggiamo tra le righe della lettera, è che, probabilmente, la Ingaldi oggi ha avuto uno scatto d’orgoglio, ha preso atto degli errori commessi e sta invitando velatamente il sindaco a non perseverare, a cambiare registro e a percorrere strade diverse, prediligendo un altro approccio ad un modus governandi che finora ha prodotto il nulla assoluto”.