Atripalda

Da oggi la villa comunale, restituita ai cittadini atripaldesi proprio pochissimi anni dopo il barbaro assassinio di don Giuseppe Diana, porta il suo nome perché “il messaggio, l’impegno ed il sacrificio di don Giuseppe Diana non possono essere dimenticati” è ricordato sulla targa d’intitolazione.

Legalità, coraggio, bene comune: sono state soprattutto queste parole a riecheggiare durante la cerimonia, baciata dal sole e dal clima primaverile, durata complessivamente circa due ore e divisa in tre momenti: gli interventi, la piantumazione dell’ulivo e la scopertura e la benedizione della targa. 

Diverse decine di scout presenti, insieme a cittadini, autorità civili, militari e religiose. 

Antonio Di Gisi e Gabriele De Feo del “Gruppo Scout Atripalda 1”, nell’anfiteatro della villa comunale che presentava un bel colpo d’occhio, hanno spiegato in maniera efficace la ragione per cui, un anno fa, hanno pensato di proporre l’intitolazione della villa comunale di Atripalda al prete anticamorra, ucciso il 19 marzo 1994 nella sua chiesa di Casal di Principe, a soli 36 anni.

La proposta è stata poi raccolta con convinzione dal sindaco Paolo Spagnuolo e dalla sua giunta, presente, insieme a molti assessori e consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, ad una cerimonia a tratti toccante, soprattutto quando chi conosceva don Peppe Diana, come la sorella o il responsabile del comitato, ne ha ricordato i tratti, il coraggio.

Intervenuti, fra gli altri, Marisa Diana, sorella di don Peppe, e Valerio Taglione, responsabile del comitato “don Peppe Diana” mentre né il procuratore Antonio Laudati, né il colonnello Francesco Merone (e né il comandante della stazione di Atripalda, maresciallo Costantino Cucciniello) hanno partecipato per impegni di lavoro. Assenze che non sono passate inosservate. Ha esordito, invece, in una cerimonia ufficiale il neocomandante dei Vigili Urbani, il capitano Vincenzo Salsano(gianluca roccasecca)