Lioni

La segreteria provinciale del Partito Democratico sceglie Lioni nelle tappe del “giro d’Irpinia” itinerante per affrontare una serie di questioni che ruotano intorno al tema dell’Acqua. Contratti di fiume, bacini imbriferi, Volturara, Saure, e Ato saranno al vaglio dell’incontro di oggi programmato per le ore 17.00 presso il centro Sandro Pertini di Lioni. Un’assemblea che si prepara a scardinare le manovre adottate dall’esecutivo Caldoro in piena campagna elettorale. “Il consiglio regionale convocato per il 13 e 14 aprile per rilanciare la proposta di legge per il riordino degli Ato, è una grande scorrettezza politica da parte del governatore uscente” tuona il segretario del circolo Dem di Caposele Armando Sturchio. “Sappiamo bene che in questa fase l’esecutivo in carica non può legiferare, ma può solo occuparsi di ordinaria amministrazione. Mi chiedo invece se la convocazione sul tema non sia piuttosto un richiamo politico a qualche esponente dell’Unione di Centro che avrebbe interessi nelle società di gestione idriche regionali. Per questo vorrei invitare formalmente i consiglieri espressione del partito di vigilare sulle manovre che il governo Caldoro stia mettendo in campo in queste ore” continua. La bocciatura netta sull’unificazione delle Ato provinciali, a detta di Sturchio deriva da una sostanziale incapacità dimostrata da parte della Regione di governare la gestione delle acque, che per l’Irpinia rappresentano la vera ricchezza del territorio. “La Regione si occupi di convocare il tavolo interregionale con la Puglia, il Molise e la Basilicata e consenta ai territori di pianificare lo sviluppo, con quote di ristoro ambientale adeguate” suggerisce l’esponente del primo partito caposelese. “Caposele ha sempre chiesto un intervento per la salvaguardia del bacino imbrifero, per la tutela delle sorgenti e per un maggiore potere contrattuale nei confronti della Regione Puglia. Non dimentichiamo che il paese cede 5mila litri al secondo, ma i danni derivanti dalla franosità dei terreni e la classificazione di zona rossa non edificabile non ci vengono mitigati; né dalla Regione Campania, né dalla Puglia e l’Aqp”. Con la nuova convenzione sottoscritta dal Comune di Caposele nel 2012, la gestione delle reti e i costi di manutenzione sono attribuiti al Comune, che consente il trasferimento dell’acqua, ma è costretto ad accollarsi degli oneri delle reti colabrodo. Non solo. Paga l’acqua secondo le tariffe applicate dall’Aqp a Santa Maria di Leuca, e rischia di disperdere il tesoretto “presunto” garantito dalla società di Bari di 1milione e 350mila euro annui. “Siamo costretti a difenderci dalle aggressioni esterne, perché Caposele ha ceduto la sua quota dei 363 litri in diritto d’uso ai caposelesi ma non riscontriamo i vantaggi annunciati; ma oltre al danno anche la beffa, perché la Regione Campania continua a dimostrarsi lontana dalle nostre richieste e latita nella difesa del sottosuolo”. La battaglia contro l’unificazione dell’Ato, a detta del segretario è da ritenersi già conclusa: “Mi auguro che il Partito Democratico possa presentare una proposta di riorganizzazione della gestione idrica il prossimo 31 maggio, quando sarà già al governo regionale. Non possiamo prendere ad esempio il modello adottato dalla Puglia con l’Aqp; la Campania ha un’altra storia e deve pretendere di preservare le società pubbliche che oggi gestiscono il servizio, che certamente va migliorato, ma non dato in pasto a privati. L’acqua deve restare in mano pubblica per salvaguardare l’interesse generale e non le economie di mercato” conclude.