Avellino

Si chiude martedì la rassegna civile con Ascanio Celestini e i suoi “Discorsi alla Nazione”, che ci sveleranno le maschere, le ombre e le contraddizioni generate dal potere dispotico sempre in cerca di consenso e legittimazione. Quella di Celestini è un’affilata analisi del linguaggio politico, quello quotidiano e quello dei personaggi pubblici (sempre infettato di quotidianità, di cori da stadio e chiacchiere da bar, nell’Italia berlusconiana e post-berlusconiana). «Lasciate che vi chiami cittadini anche se tutti sappiamo che siete sudditi, ma io vi chiamerò cittadini per risparmiarvi un’inutile umiliazione». Le parole sono quelle di un aspirante tiranno che esorta i cittadini ad eleggerlo “democraticamente”. Chiuso nel suo palazzo non ha nessun bisogno di parlare alla massa. I suoi affari sono lontani dai sudditi, la sua vita è un’altra e non ha quasi nulla in comune con il popolo che si accontenta di vedere la sua faccia stampata sulle monete. Eppure il tiranno si deve mostrare ogni tanto. Deve farsi acclamare soprattutto nei momenti di crisi quando rischia di essere spodestato. Così si affaccia, si sporge dal balcone del palazzo e rischia di diventare un bersaglio. «Ho immaginato alcuni aspiranti tiranni che provano ad affascinare il popolo per strappargli il consenso e la legittimazione. Appaiono al balcone e parlano senza nascondere nulla – spiega Celestini – Parlano come parlerebbero i nostri tiranni democratici se non avessero bisogno di nascondere il dispotismo sotto il costume di scena dello stato democratico». I biglietti per assistere allo spettacolo “Discorsi alla Nazione” di Ascanio Celestini sono ancora disponibili presso i botteghini di piazza Castello, aperti al pubblico dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.

redazione