Tre iraniani, un uomo e una donna. Una vettura rubata con targa contraffatta. E una rapina, tentata, ai danni di un distributore di benzina a Calitri.
Un banale fatto di cronaca o dietro la vicenda si nasconde altro?
Cosa facevano in Irpinia tre iraniani residenti a Roma?
Domande alle quali i carabinieri della compagnia di Sant'Angelo dei Lombardi stanno cercando di dare una risposta. Le indagini sono in corso. E si estendono oltre la provincia di Avellino.
I fatti risalgono a martedì scorso. In un'area di servizio nei pressi di Calitri i tre si fermano con una Passat grigia per fare rifornimento. Il pieno, naturalmente. Ma al momento di pagare tentano di rapinare il benzinaio. Va male. Restano sorpresi dalla reazione dell'uomo. Decidono che è meglio lasciar perdere. La vittima riesce ad avvisare i carabinieri. Parte la caccia alla Passat. Partecipano tutte le compagnie del comando provinciale. I tre vengono fermati sulla statale 303 nei pressi di Gesualdo e denunciati. L'auto risulta rubata e la targa fasulla.
Un fascicolo è ora nelle mani degli inquirenti della procura di Avellino.
Ma da dove provenivano i tre? E dove erano diretti? Si sono incontrati con qualcuno? Sono semplici manovali del crimine o altro?
La macchina rubata e la targa contraffatta lasciano aperte le porte a molti dubbi.
L'ipotesi più probabile è che provenissero dalla Puglia, ma resta in piedi anche la pista irpina. E che cioè avessero dei legami con gruppi di immigrati residenti in provincia di Avellino.
I tre non hanno risposto in modo convincente alle domande degli investigatori. C'è il fondato sospetto che nascondano verità importanti.
Nel frattempo si indaga. I tre, la donna e i due uomini, non erano mai stati visti in Irpinia. E neppure risulta siano mai stati fermati dalle forze dell'ordine che operano nella zona.
Ma è probabile che potessero contare su qualche complice. E forse – visto anche il modus operandi – le rapine non fanno parte del loro bagaglio criminale. Forse hanno agito solo perché avevano immediata necessità di denaro.
Non si esclude il traffico di droga. E neppure possibili legami con un certo mondo islamico.