Se non si trattasse di una vicenda drammaticamente seria e grave, assomiglierebbe ad una commedia degli equivoci. Stamattina, infatti, si è ripetuta la stessa scena di ieri: un altro dei quattro dipendenti indagati per truffa aggravata si è recato a lavorare (all’ufficio anagrafe, nella foto) e dopo poco è dovuto tornare a casa perché invitato a farlo da una nota del sindaco e della segretaria generale, la stessa notificata ieri mattina al dipendente che per primo era rientrato in servizio dopo la sospensione della procedura disciplinare.
Ed, infatti, il punto chiave è proprio questo.
La sospensione della procedura disciplinare stabilita dalla commissione mercoledì scorso, in quella che è diventata una partita a scacchi fra amministratori, consulenti e dipendenti, poteva essere anche interpretata come un semaforo verde. Almeno questo è stato il dubbio dell’avvocato Alfonso Maria Chieffo, difensore di tre dei quattro indagati: «Un mio assistito ieri si è recato a lavorare - ha dichiarato il legale - semplicemente perché la comunicazione della sospensione della procedura disciplinare non chiariva se bisognasse farlo oppure no. Nel dubbio, che personalmente ho provato anche a sciogliere inviando una mail certificata subito dopo aver letto la comunicazione, senza avere risposta, un mio assistito è andato a lavorare per non correre il rischio di ritrovarsi ingiustificatamente assente. Chiarito questo passaggio, aspettiamo evidentemente il pronunciamento del giudice del lavoro».
In ogni caso, anche se la procedura disciplinare risulta sospesa, i quattro dipendenti indagati sono stati riconvocati per martedì prossimo, 14 aprile, davanti alla commissione. La ragione risiederebbe nel fatto che martedì scorso uno dei tre componenti della commissione era assente e seppure nessuno dei quattro indagati fosse personalmente presente all’audizione, la commissione ha ritenuto ugualmente necessario procedere ad una nuova convocazione. (gianluca roccasecca)