San Bartolomeo in Galdo

Non ci resta che piangere, era il titolo di un film di Troisi, non ci resta che pregare è quello che potrebbe riguardare la situazione del Fortore. Qui ormai i cittadini sono bloccati...nel 2017, è impossibile muoversi, andare a lavorare, spostarsi per le proprie esigenze comprese quelle più urgenti. La strada provinciale per Foggia e Campobasso è peggio che una mulattiera, l'unica strada praticabile, la Amborchia, strada comunale nella giurisdizione del comune di Volturara Appula è stata chiusa: il piccolo comune del foggiano non ha i fondi per la manutenzione. Il risultato è la paralisi totale. E in questa situazione la protesta della comunità locale è forte, tra manifestazioni e sdegno social, ma c'è anche rassegnazione, tanto che la popolazione si è rivolta addirittura al parroco del paese.

Parroco, don Franco Iampietro, che ha gridato tutto il proprio sdegno per la situazione: “Quando la gente si rivolge a un parroco – dice – vuol dire che ha esaurito gli interlocutori, le istituzioni vengono percepite come assenti. C'è stanchezza, sfiducia e soprattutto rabbia”. Il parroco si è rivolto alle autortà interessate: “Partecipino assieme alla popolazione a una passeggiata su quelle strade, sessant'anni fa qui fu soffocata nel sangue e nelle manganellate la marcia della fame, oggi su queste strade si potrebbe fare il trekking della vergogna”.

Ecco di seguito la lettera completa di don Franco: 

“”Quanto si temeva è accaduto. E non è, purtroppo, uno scherzo di carnevale. E’ triste realtà: la gente del Fortore ha perso anche l’ultimo pezzetto di strada che la collegava in maniera decente al mondo esterno. I miseri tre chilometri (detti Amborchia) che consentono il collegamento con la Puglia e il Molise sono stati chiusi a tempo indeterminato. I fatti sono noti: la strada, essenziale per il Fortore, è collocata nel comune di Volturara Appula, provincia di Foggia, regione Puglia. La strada è da sempre disconnessa e pericolosa, continuamente soggetta a frane e smottamenti. Il piccolo comune di Volturara ha la responsabilità dell’arteria ma non ha i fondi per garantirne la messa in sicurezza. La situazione è oggettivamente complessa interessando e richiedendo l’agire coordinato di più enti (Regioni, province, comuni, ecc.). Ma può essere una soluzione la chiusura definitiva senza progetti e senza speranza? Può rassegnarsi ad una soluzione simile chi per lavoro, per studio, per commercio ecc. deve spostarsi ogni giorno? Questa era anche la strada più breve a disposizione delle ambulanze per raggiungere l’ospedale più vicino. La chiusura è una sciagura perché non vi è una vera alternativa. A meno che non si consideri tale la serie infinita di tornanti sconnessi e disastrati dalle SP 135 bis. Chi la propone come alternativa, per coerenza e per sicurezza dovrebbe chiudere anche quella perché è letteralmente disastrata dopo anni di abbandono e incuria. Ma, ci si dice, c’è Benevento che in fin dei conti è il capoluogo mdi riferimento. Certo, peccato che le residue speranze della nostra gente siano sepolte alla rotonda di San Marco dei Cavoti dove finisce la Fortorina!

Sembra non vi siano soluzioni. Bisogna rassegnarsi ad una situazione di ulteriore isolamento che taglia le gambe alle poche aziende sopravvissute alla crisi, che rende faticoso e pericoloso raggiungere la scuola (si pensi solo ai bambini di Volturara che ogni giorno debbono raggiungere la scuola di San Bartolomeo, debbono svegliarsi all’alba, affrontare un viaggio lungo e scomodo per uscire dal pulmino come da un frullatore!); ci si po' rassegnare ad una soluzione che nega il diritto ad essere soccorsi in maniera rapida ed efficace in caso di malore? C’è stanchezza, sfiducia, rassegnazione e, soprattutto, rabbia.

Quando un popolo chiede ai parroci di “fare qualcosa” vuol dire che ha esaurito gli interlocutori. Le Istituzioni sono percepite come assenti, inconcludenti e ciniche.

E’ vero, la soluzione non è facile perché deve coinvolgere più enti. Ma l’impressione è che le difficoltà burocratiche siano utilizzate come alibi per giustificare l’inerzia. Possibile che in tempi di globalizzazione in cui si riuniscono leaders mondiali non si possa immaginare di far incontrare due assessori delle province di Foggia e Benevento o dei rappresentanti regionali per trovare un accordo al fine di aggiustare tre miserabili chilometri di strada? Si chiede troppo

Stanchi di rivolgere appelli inascoltati, vorremmo rivolgere due inviti.

Uno alla popolazione del Fortore: il prossimo anno, se l’attuale situazione persiste, evitiamo di pagare la tassa di circolazione a quella regione che ci nega la possibilità di circolare. Non si paga un servizio non prestato, non è giusto pagare per un diritto negato. Certo, in tal caso, la macchina regionale mostrerà tutta la sua solerzia ed efficienze nel perseguire gli inadempienti, si tratterà di non lasciarsi intimorire e dimostrare che la gente del Fortore manca di tutto ma non del coraggio.

Il secondo invito è per tutte le autorità interessate (i prefetti di Benevento e Foggia, i presidenti delle tre regioni Campania e Puglia, i presidenti delle province) ed è suggerito dal sessantesimo anniversario, che cade fra circa un mese, di quella che fu battezzata “La marcia della fame”: un tentativo della gente del Fortore di rispondere alla frustrazione e alle ingiustizie non con l’atavica rassegnazione ma con la ribellione; finì a colpi di manganello a San Marco dei Cavoti (sempre lì muoiono le speranze!). Anche in ricordo di tale avvenimento si invitano le autorità ad una passeggiata, insieme al popolo, per le strade di cui si è parlato. Si potrebbe chiamare: “il trekking della vergogna”.””