Il Pd che sopravvive alla scissione non farà a meno di Bassolino. L'ex sindaco ed ex goveratore della Campania ha detto sì a Renzi perché dopotutto è uno dei fondatori del partito ma da Avellino, dove è intervenuto per presentare il libro dell'amico e compagno Luigi Anzalone, Bassolino esprime una valutazione molto critica su come l'ex premier ha gestito la diatriba interna.
“Sarebbe stato importante fare una riflessione che è mancata, dopo le comunali e dopo il referendum. Se ci fosse stata la politica, se ci fosse stata la discussione ci sarebbero state anche più ragioni per restare insieme. Io ho votato Renzi ma ci sono cose su cui avrei voluto discutere e non ho potuo. Il congresso sarà un passaggio fondamentale e molto delicato. Mi auguro che quello che non è stato fino ad oggi possa ancora accadere”
Su i suoi movimenti futuri, adesso che è stata fissata anche la data delle elezioni, Bassolino non concede indizi, ma una cosa è certa: di tutti i renziani campani resta il più critico e amareggiato soprattutto per come è andata a Napoli.
“La disfatta elettorale e il silenzio incomprensibile che si è registrato sulla vicenda Listopoli sono un'offesa ai cittadini di Napoli. Nove candidati a loro insaputa su 40 è un fatto di proporzioni enormi”.
Lei ha detto il Pd a Napoli si è suicidato.
“Ho detto che si è quasi suicidato – chiarisce l'ex governatore – e lo ha fatto con l'assistenza di Roma. In questo paese che non ha una legge per l'eutanasia si riesce però ad assistere legalmente al suicidio di un partito. Quel quasi per me è speranza, battaglia e lotta”.
Gli Eroi che danno il titolo al libro di Luigi Anzalone sono Falcone, Borsellino, Impastato e Don Puglisi. Secondo lei c'è ancora bisogno di eroi...
"Si perché il nemico ce l'abbiamo in casa. Camorra, ndrangheta, mafia sono il nemico. E non bastano i magistrati, i poliziotti i preti. Il vero eroe è il popolo quando è unito, quando si indigna e lotta in massa contro tutto questo".