Scacco matto all’ultimo soggetto ancora libero del sodalizio armato battezzato dai suoi fondatori con il nome “Nuovo ordine di zona”.
Avevano costituito una vera e propria organizzazione criminale di stampo mafioso nell'Avellinese, con un modus operandi che tanto ricorda il clan dei Casalesi: il «Nuovo Ordine di Zona», questo il nome che gli stessi fondatori hanno dato al neonato clan, è stato sgominato all'alba dello scorso ottobre dai carabinieri del Comando Provinciale di Avellino che, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno arrestato sette persone. L'obiettivo della nuova cosca - è emerso dalle indagini - era arrivare a gestire in maniera monopolistica la fornitura del calcestruzzo e le attività economiche del settore edile attraverso la commissione di reati contro la persona e il patrimonio. Per ottenere appalti, inoltre, riuscivano a condizionare le amministrazioni pubbliche di alcuni comuni. L'operazione, che ha visto impegnate decine di carabinieri, unità cinofile e un elicottero, era scattata all'alba, dopo la firma da parte del gip del Tribunale di Napoli delle ordinanze di custodia cautelare chieste dalla Procura della Repubblica.
Ora preso l'ultimo ricercato. L’uomo era ricercato in tutta Europa. Grazie ad attività curate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino, è stato possibile rintracciare in Germania il pregiudicato 55enne di Avella colpito da mandato di arresto europeo in quanto rientrante nell’operazione eseguita in data 3 ottobre 2016 nei confronti di 7 soggetti, in esecuzione di ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con il coordinamento del Dott. Giuseppe Borrelli, al termine di approfondite indagini effettuate nel procedimento aperto a seguito di due omicidi avvenuti nel 2013 nel Mandamento Baianese.
Nel corso dell’attività investigativa che ha portato all’emissione del citato provvedimento, l’attenzione degli inquirenti si concentrava -tra gli altri- su due persone. Sulla base delle prime risultanze acquisite venivano autorizzate le operazioni di intercettazione telefonica relativamente alle loro utenze, oltre che nei locali dei una ditta di costruzioni. Gli esiti delle disposte operazioni di ascolto si rivelavano subito proficui, consentendo per un verso di monitorare -in alcuni casi- in tempo reale la materiale commissione di gravi delitti (sequestro di persona a scopo estorsivo e detenzione di armi da sparo, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso, per i quali le due persone alla particolare attenzione degli inquirenti sono state prima arrestate e poi condannate alla pena di anni 20 di reclusione), per altro verso di ricostruire il ruolo e lo spessore criminale degli stessi indagati e le attività criminali da loro ideate e commesse. La progressiva estensione delle intercettazioni consentiva di individuare i soggetti vittima di estorsione e di altri delitti, delineando l’esistenza di un qualificato quadro indiziario in merito a più fatti di reato contestati anche ad altri soggetti, pregiudicati, imprenditori, liberi professionisti, pubblici ufficiali, loro collegati, tra luglio 2013 e marzo 2015. In effetti, le indagini effettuate dopo la commissione dei suddetti gravi fatti di sangue, costituite da numerose attività di intercettazione telefonica e ambientale, da testimonianze di persone a conoscenza dei fatti e dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, da accertamenti di Polizia Giudiziaria, dai servizi sul territorio e dai riscontri documentali, hanno poi fornito gli elementi per accertare e individuare le dinamiche adottate da un nuovo gruppo criminale costituito di recente nel territorio baianese, capace di controllare i paesi di Avella, Baiano e comuni limitrofi e di condizionare l’operato della Pubblica Amministrazione nei suddetti comuni allo scopo di ottenere l’aggiudicazione di appalti pubblici e imporre il monopolio della fornitura del calcestruzzo coartando le ditte fornitrici e delle imprese edili, nonché di accertare la commissione di diversi reati-fine (corruzione, turbativa d’asta, estorsioni, usura, detenzione illegale di armi, tutti aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso) da parte degli indagati.
Il rintraccio del ricercato è stato possibile grazie all’ininterrotta attività info-investigativa condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino che hanno interessato il collaterale organo tedesco.
L’arresto del 55enne è stato effettuato ieri ad Waldenbuch, a conclusione dell’attività d’indagine dei militari dell’Arma. Dopo le formalità di rito l’uomo è stato associato presso l’istituto penitenziario di Stoccarda, in attesa di determinazioni circa l’eventuale trasferimento in Italia.