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Andrà a processo per lesioni gravissime, sequestro di persona e maltrattamenti nei confronti della moglie, il 32enne marocchino C.K., atteso il prossimo 19 aprile, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Nocera Inferiore. Tutto è nato dalla denuncia della donna che ha raccontato come la sua casa fosse diventata un luogo tremendo, con catene alla porta e finestre sbarrate. Il marito l'avrebbe poi sottoposta a sevizie nelle parti intime, gettandole liquidi bollenti. “Le zone erogene colpite - scriveva il gip del tribunale di Nola Giuseppe Pepe, inizialmente titolare del fascicolo nella fase iniziale dell’inchiesta - simboleggiano la femminilità che l’indagato voleva aggredire per punire l’infedeltà, vera e presunta, della donna nei suoi confronti”.

La vittima ha poi raccontato ai carabinieri “l’ultima volta che sono uscita con lui era aprile per fare la spesa. Nel periodo in cui mi ha chiusa in casa l’ho raccontato a mia mamma e lei mi ha detto di scappare altrimenti lui mi avrebbe ucciso. Alle sette e mezza di sera mi ha chiesto di spogliarmi nuda e di confessare se avevo relazioni, io ho negato. Mi ha insultato, ha iniziato a picchiarmi dicendo che ero una prostituta, mi ha preso a schiaffi, pugni, calci, morsi su piede e spalla, fino a colpirmi in viso con una testata e mi ha rasato i capelli”.

Poi ha raccontato della tortura subita alle parti intime. “Mi ha legato stretto polsi e caviglie con una fascetta bianca, ha minacciato di uccidermi, ha preso un cucchiaio di plastica vicino ai fuochi della cucina e ha iniziato a sciogliermi la plastica sull’inguine, dicendomi che con quelle parti io l’avevo tradito e per questo andavano bruciate, mi ha colato la plastica sul ventre, mi ha fatto girare a terra e ha sciolto una bottiglia di plastica dopo averla svuotata, facendomela colare dietro, tra le natiche, continuando a minacciarmi di morte” a adrne notizia il quotidiano La Città.  

Redazione Salerno