Montella

Da un’analisi di laboratorio effettuata su un campione di acque superficiali e sotterranee del Fiume Calore si evince che il corso fluviale sia soggetto ad inquinamento. Il campione non risulta conforme alle disposizioni del decreto legislativo 156 del 2006, per le concentrazioni riscontrate negli elementi: antimonio, presente con una concentrazione di 8.9 mg/l (valore limite 5); e cadmio presente con una concentrazione di 0.015 mg/l (valore limite 0.001).

Una certificazione già pubblicata sul social network, che ha suscitato l’attenzione e l’indignazione di cittadini e comitati nati a difesa del corso fluviale irpino.

“L'inquinamento del fiume Calore non è da sottovalutare, perchè parliamo di sostanze cancerogene. Nessuno, oggi, può usufruire del fiume Calore e delle sue acque per via di un inquinamento batterico. Perchè, allora, non si è fatta mai un indagine epidemiologica sulla salmonella per risolvere una volta per tutte queste limitazioni imposte dalla Provincia? Forse perchè le sostanze inquinanti sono ben altre. Inquinanti che derivano da una cattiva gestione politica dei rifiuti. Forse perchè la classe dirigente vuole tenere nascosto sotto tappetini erbosi, (discariche comunali) lontano dalla vista dei cittadini che hanno posto in loro fiducia, sostanze Velenose” sollecitano gli attivisti.

“Come fanno le istituzioni a dare parere favorevole nelle conferenze di servizio quando c’è in gioco la difesa della salute dei cittadini la difesa dell'ambiente che ci circonda? Ricordo a tutti che ai responsabili di tali procedimenti li paghiamo, con i soldi nostri. Basta con le omissioni criminali".

 

Elisa Forte