Nola

Oramai tutti sanno che si è dimesso il sindaco di Nola. Giunto a metà del suo secondo mandato, Geremia Biancardi ha gettato la spugna. Ufficialmente, per dare una scossa alla sua maggioranza e, in particolare, ai suoi assessori sempre più litigiosi. Biancardi non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in giornata. Da persona corretta e amministratore trasparente, quale è ed è sempre stato, il sindaco ha però motivato la sua decisione, affidando ad una nota il proprio laconico pensiero. Conciso ma preciso ed efficace. Ha parlato della necessità di un nuovo Patto per Nola all'insegna della tensione etica.

«Sento il dovere nei confronti dei cittadini che in me hanno riposto fiducia, di prendere atto della necessità di cambiare passo e di imprimere un'accelerazione alle tante iniziative che abbiamo posto in essere», scrive la fascia tricolore. «Efficenza, spirito di servizio, entusiasmo e condivisione. Mi aspetto - ha concluso il sindaco di Nola rivolgendosi alla maggioranza - una riflessione e una condivisione in questo senso»

Parole che inducono a diverse riflessioni. Ma soprattutto pongono un interrogativo: è mai possibile che una città di oltre 40mila abitanti debba essere lasciata senza una guida amministrativa per una "questione di principio"? Già, una questione di principio, che a Nola tutti conoscono. Quella della staffetta tra Enzo De Lucia e Cinzia Trinchese sulla poltrona di vice sindaco. Da un lato c'è chi non intende lasciare compiti e responsabilità, facendo leva sulla continuità gestionale tra il primo e questo iniziale scorcio di mandato. Di contro, chi, forte di un accordo raggiunto in campagna elettorale, intende far rispettare le regole.

Le cose andarono più o meno così. Maggio 2014: Biancardi vince le elezioni; con le sue 1936 preferenze Cinzia Trinchese è la prima tra gli eletti lasciando tra sé e De Lucia circa 500 voti di scarto. Tanti. Ciò nonostante, dopo giorni febbrili di contrattazioni, si giunge ad un accordo. I due si divideranno la carica di vice sindaco: due anni e mezzo per ciascuno. Comincerà De Lucia, numero due uscente. Poi toccherà alla Trinchese, che “si accontenta” dell’assessorato alla cultura.

Veniamo all'oggi. Lungi da noi voler sindacare le legittime aspirazioni di ognuno dei contendenti. Sta di fatto che - e lo ripetiamo per l’ennesima volta - per una "questione di principio" si rischia di mandare all'aria un progetto politico-amministrativo, certamente perfettibile, ma che comunque ha dato sinora buoni frutti. De Lucia e Trinchese forse andranno fino in fondo. Assumendosi reciprocamente la responsabilità della crisi. Tra gli asini e i suoni, stanco di beghe e polemiche, Biancardi probabilmente non tornerà sui suoi passi, nonostante abbia 20 giorni per ritirare le proprie dimissioni. Ma, alla fine, ne sarà valsa la pena? In tanti, non solo il sindaco, potrebbero uscirne con le ossa rotte.

 

Rocco Fatibene