Napoli

«L'interesse è accertare la verità quanto prima. Speriamo e confidiamo soprattutto nel lavoro dei pm, a loro massima fiducia e collaborazione. Oggi credo sia il tempo del silenzio. Basta domande e considerazioni politiche». Così Valeria Valente, all'uscita dalla procura di Napoli, dove è stata sentita per tre ore come persona informata sui fatti nell'ambito dell'inchiesta sui candidati a loro insaputa, inseriti nella sua lista alle elezioni comunali. Nove i casi nel mirino dei magistrati. La Valente non è indagata. Unico ad aver ricevuto un avviso di garanzia per ora è il consigliere comunale del Pd Salvatore Madonna che oggi si è autospospeso dal partito.

Secondo i magistrati, Madonna avrebbe autenticato le firme false dei nove candidati ignari presenti nella lista civica di Valeria Valente. Tra i più votati dell'ultima tornata elettorale Madonna è indagato per violazione della legge elettorale. Ma perché lo ha fatto? E' questa la domanda cruciale a cui si tenta di dare una risposta in fase di indagine. Per il numero di candidati inseriti in lista infatti non è previsto alcun ritorno economico. Forse l'obiettivo era di far apparire, attraverso la creazione di liste civiche, più consistente il peso politico dello schieramento. Poi c'è l'ipotesi relativa al rispetto delle quote rosa. Le nove candidature false sarebbero costituite in maggioranza da donne. Ma si tratta solo di ipotesi, appunto. Sullo sfondo resta la polemica politica che investe in pieno il pd napoletano. Il segretario Venanzio Carpentieri ha annunciato che il congresso si farà in aprile. Il pd napoletano ha il fiato sul collo dei vertici nazionali del partito che spingono per azzerare tutto e ripartire daccapo dopo la batosta delle amministrative e ora il caso delle liste. Oggi, in tanti, nel Pd, tentano di smarcarsi dalla vicenda Listopoli che sta travolgendo la Valente. Il suo nome fu vissuto come una imposizione dal Nazareno. La spaccatura delle primarie non si è mai sanata. La segretaria regionale Assunta Tartaglione ha chiarito bene che il partito non puo? defilarsi sullo scandalo: «Parte lesa sono i cittadini e i candidati inseriti inconsapevolmente nelle liste, bisogna chiedere solo scusa» ha detto. Un clima incandescente dunque, tipico da resa dei conti, che potrebbe arrivare appena la magistratura chiarira? i contorni dello scandalo.