di elleti
Ci mancava la polemica della “patata”. O di quella mano galeotta «che cerca di allargare lo spacco della gonna». L'abito in questione (e anche la “patata”), è di Diletta Leotta, la giornalista di Sky ospite a Sanremo e testimonial contro il cyberbullismo. L'attacco frontale arriva da due colleghe della Rai. Due donne. Caterina Balivo, che così sintetizza in un tweet: «Non puoi parlare della violazione della privacy con quel vestito e con la mano cercare di allargare lo spacco della gonna». Ancora più “elegante” Elisa D'Ospina, in un altro tweet: «Mi fai la morale facendo intravedere la patata». Complimenti.
Probabilmente alle due signore è andata di traverso la scelta degli organizzatori di invitare la giornalista di una rete concorrente. Si saranno sentite escluse. Ingiustamente snobbate. Chissà.
Ma quei due post potevano davvero risparmiarseli.
La Leotta ha raccontato la sua esperienza. E' stata vittima di hacker che si sono intrufolati nel suo account diffondendo immagini private. Un caso grave ed emblematico. Che ben racconta una realtà malata della rete e dei social in particolare.
Ora, proprio su quei social, due donne, due colleghe della giornalista Sky, postano tweet degni di un molestatore seriale. Quando si dice, solidarietà tra donne.
Eppure quel vestito della Leotta non era esattamente da nude look (tipo il famoso abito di Belen che metteva in mostra la farfallina). E solo i malpensanti hanno immaginato che la mano volesse «allargare lo spacco» e mettere in mostra «la patata».
Malpensanti affetti dalla sindrome del rosicamento: puro distillato di invidia da palcoscenico. «Perché lei e non io?».
Un'altra occasione persa per stare zitti e non lasciar andare a casaccio le dita sulla tastiera. Il momento – seppure in una occasione spettacolare – era comunque importante. Il cyberbullismo e tutto quello che ne consegue è una delle piaghe della comunicazione digitale (è inutile ricordare il caso di Tiziana Cantone, vero?). E leggere che proprio due donne, si lasciano andare a commenti (contro un'altra donna), non troppo dissimili dai molestatori del web, davvero sconcerta.
Giusto per dire: abbiamo visto la Leotta a Sanremo, notato quel vestito rosso, che le stava molto bene. Ma ci è sfuggita la mano malandrina e la vista sull'intimo... O siamo stati poco attenti, o per vedere quello che non c'è, serve una malizia che appartiene a chi è affetto da improvvisa e dirompente invidia. Invidia – in questo caso – tutta femminile.
E' il caso di dirlo, una polemica della patata.