C’aria di elezioni regionali un posto tra gli scanni di Palazzo Santa Lucia, come consigliere, fa più gola della poltrona di primo cittadino. A dimostrarlo è sicuramente l’ultima moda del momento, ovvero quella di aggirare la legge con un’altra legge. Se un sindaco vuole candidarsi, allora la strada più semplice e veloce, evitando le dimissioni, è quella della decadenza, magari sfruttando una “discutibile” contravvenzione per divieto di sosta, opportunamente contestata al comune stesso, così da poter evitare lo scioglimento del consiglio comunale, evitando il commissariamento, e lasciando le funzioni di primo cittadino al vice sindaco. Un piano perfetto, degno di un vero e proprio stratega: e che cosa si può chiedere di più ad una persona che riesce a salvare capra e cavoli? L’idea geniale è partita dal sindaco di Agropoli Franco Alfieri, come già raccontato dal nostro portale qualche giorno fa, e come ha sapientemente mostrato un servizio delle Iene, curato da Paolo Calabresi. Alfieri, quindi, è stato l’apripista di questa nuova tendenza che ha subito visto degli emulatori. Infatti, a ruota lo hanno seguito i colleghi Nunzio Carpentieri, sindaco di Sant’Egidio del Monte Albino, Pino Capasso, sindaco Pd di San Sebastiano al Vesuvio, tutti multati per divieto di sosta nel loro comune. Differente la strategia di Paolo Russomando, primo cittadino di Giffoni Valle Piana, che è andato indietro nel tempo, portando alla luce un danno riportato dalla sua vettura lo scorso gennaio, a causa del manto stradale dissestato. Puntuale anche qui è arrivata la contestazione al comune, e quindi l’applicazione della legge che automaticamente lo porta a decadere dalla carica di sindaco. Non è finita qui, perché il primo cittadino di Fisciano, Tommaso Amabile, è risultato invece incompatibile perché membro del Consiglio di Amministrazione della Banca Bcc di Fisciano, e per aver appena ricevuto l’incarico di tesoreria dall’Unione dei Comuni della Valle dell’Irno. A chiudere il lotto dei sei sindaci del centrosinistra c’è Dionigi Magliulo, sindaco di Villa di Briano, che tra le altre cose risulta anche indagato per voto di scambio. Purtroppo la linea adottata da questi sindaci ha creato non poco clamore, ed è per questo che le alte sfere del Partito democratico, sembra stiano meditando un’azione mirata, per evitare e bloccare tutte le candidature supportate da questo escamotage. Dunque, nessuno sconto, per i sindaci che vogliono candidarsi, l’unica strada percorribile è quella delle dimissioni, senza nessun tipo di trucchetto. Si attende ora di capire, chi metterà a repentaglio la propria poltrona di sindaco, per quella da consigliere comunale. Intanto Vincenzo De Luca non si pronuncia sulla vicenda, ma la resa dei conti sembra vicina, e forse prima o poi si potrà capire anche il pensiero dell’ex sindaco di Salerno riguardo a questa ennesima gatta da pelare.
Pd, no al trucco per la candidatura dei sindaci alle regionali
Dopo il caso Alfieri, diversi amministratori locali in Campania hanno seguito lo stesso escamotage
Redazione Ottopagine