Avellino

 

di Andrea Fantucchio

C'è un punto di non ritorno. Quando si supera il limite e non si può più tornare indietro. Il consiglio comunale, o meglio la parodia andata in scena poco fa ad Avellino, è uno di questi casi. Si doveva discutere dell'ampliamento dello Stir e della gestione dei migranti in città. Già, si doveva. Perché la maggioranza ha disertato l'aula.

Presente solo la consigliera Barbara Matetich. Il sindaco era assente per un malore che ha colpito la madre. E ce ne duole. Ma gli altri sono tutti assenti ingiustificati.

A poco serve la diplomazia dell'assessore all'Ambiente Augusto Penna che cerca di spiegare quelle sedie vuote con, “La solidarietà al primo cittadino”.

A poco serve la scenetta che ha visto protagonista il consigliere Gianluca Festa. Lui, pronto a diventare il rappresentante provinciale con delega all'ambiente. Lui che stamattina annunciava, “Starò con i cittadini. Se ci sarà bisogno, andremo anche il Tar”.  Sì, proprio lui, era lo stesso che oggi in aula non c'era. O, meglio, ha fatto capolino. Abbiamo visto la sua testa affacciarsi, sorridente come sempre. Ma stavolta, da ridere c'era ben poco. Festa ha deluso tutti. Quando è uscito dall'aula aggiungendosi alla folta schiera degli assenti.

Bastava guardare i volti del pubblico. Chi era venuto qui per avere una risposta dagli amministratori che ha votato. E ha dovuto invece assistere a questa patetica esibizione.

I commenti si sono sprecati. «La città non merita questo». «Diteci perché non siete qui». Vergognoso silenzio.

Più duri i rappresentanti del Comitato della Valle del Sabato: «Ma che gente sono? Abbiamo avuto il sostegno di tre amministrazioni comunali. Poi nella città capoluogo, dove c'è lo Stir, accade questo. Avremmo accettato anche un no. Ma quello al quale abbiamo assistito stasera è uno spettacolo vergognoso».

Durissimi anche i consiglieri di opposizione che hanno rinunciato ai gettoni di presenza. E preteso che gli stessi punti di oggi siano trattati la prossima settimana. Ma la foglia di fico di quest'amministrazione è caduta da tempo. E ha rivelato vergogne che tutti conoscono. Ignorare i cittadini e le loro richieste, nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, sopravvivere: è questa la cifra di chi negli ultimi tre anni ha occupato quei banchi oggi vuoti.

Uno spettacolo simile era andato in scena all'indomani della tragedia del Mercatone. Dopo la morte di Angelo, la città pretendeva risposte. Ma anche quella volta il consiglio comunale fu rimandato. Causa neve, si disse. Peccato che lo stesso comune quella mattina aveva dichiarato, “Il piano di gestione dell'emergenza neve ha funzionato alla perfezione"».

Stasera un altro spettacolo vergognoso. Si rimanda ancora, aspettando magari un suggerimento della Regione. O forse semplicemente il buon senso che, purtroppo, da queste parti non è ancora pervenuto.