All’Assemblea della Camera dei deputati inizierà presto la discussione sul ddl in materia di Dat (Disposizioni anticipate di trattamento). "Il testo base adottato prevede che il medico sia vincolato dalle dichiarazioni anticipate (magari rese molto tempo prima) di un paziente (o di un suo “fiduciario”) anche quando in queste c’è la richiesta di sospensione della nutrizione e dell’idratazione. In altre parole, si può obbligare il medico a uccidere il malato di fame e di sete. Il testo introduce a tutti gli effetti l’eutanasia passiva." E quanto si legge nella nota dell'associazione onlus Pro Vita.

"In virtù di un mal compreso “diritto all’autodeterminazione”, si permettono atti che invece di realizzare l’autodeterminazione piuttosto la distruggono: non c’èlibertà senza vita. In nome di un assurdo “diritto a morire” si introduce il conseguente “obbligo di uccidere”. Atti giustamente puniti dal codice penale come “l’omicidio del consenziente” vengono mutati in atti pietosi e dovuti. Il malato si trasforma in peso sociale, titolare di un diritto alla vita non più indisponibile. Il medico si trasforma in boia.

I malati hanno bisogno di accompagnamento e – quando le circostanze lo richiedano – di cure palliative per il controllo del dolore. La loro eventuale disperata richiesta di morte è una pressante richiesta di aiuto e di accompagnamento. La loro dignità di persone vieterà sempre di considerare la loro vita come inutile e distruttibile.

Dietro l’eutanasia non vi è compassione perché la vera compassione rendesolidali con il dolore altrui e non sopprime colui la cui sofferenza non si riesce ad accettare. Al contrario, dietro all’eutanasia vi è tanto egoismo, rilevanti profitti e una mentalità eugenetica per cui chi non produce o è di peso, va eliminato. La legalizzazione dell’eutanasia offende nel profondo la dignità di chi lotta con coraggio contro i mali incurabili e le disabilità.

Con questa petizione chiediamo ai deputati di respingere il testo sulleDAT che, introducendo l’eutanasia, mette in discussione il diritto alla vita delle persone malate; violenta la coscienza del medico; trasforma in atti potenzialmente illeciti gli atti di sostegno vitale dovuti a tutti: il dar da mangiare e da bere. Infine, infrange il principio su cui si regge il convivere civile e pacifico di tutti i popoli: “Non uccidere”."

Redazione