Avellino

 

di Andrea Fantucchio

Don Emilio Carbone difende il suo quartiere. E i cittadini di Corso Umberto I. Accusati di razzismo dopo aver steso le lenzuola bianche per protestare contro l'arrivo degli immigrati. (Clicca sulla foto di copertina. Guarda il servizio di Ottochannel)

Don Emilio si fa portavoce della protesta dei cittadini: «Gli abitanti del quartiere sono solidali. Lo dimostrano con diverse attività. Non solo quelle della parrocchia. Ora stanno soltanto manifestando un disagio. Non bisogna aggiungere disagi a un quartiere già martoriato. Mi riferisco a un'accoglienza incontrollata. In che modo i migranti saranno accolti? Non sappiamo quanti ragazzi verranno, come saranno gestiti, in che modo le associazioni potranno raccordarsi fra loro. E creare i presupposti per la vera accoglienza. Non si può parlare di razzismo. Quella dei cittadini è una reazione prevedibile. In risposta a una decisione “calata dall'alto”».

Carbone ribadisce quanto già detto in passato. Quando con l'assessorato alle Politiche Sociali di Marco Cillo si parlava di accogliere i migranti nel convento delle suore Stimmatine. Gli arrivi previsti ora sono molti di più. Dovrebbero essere oltre cento immigrati.

E i cittadini sono “scesi in campo”. Li abbiamo intervistati. Il loro dissenso si basa sulle seguenti motivazioni: troppi gli arrivi previsti, poca chiarezza sui piani d'accoglienza, nessuna sinergia fra comune e Prefetto, mancata comunicazione fra l'amministrazione e la città. 

Gli abitanti di corso Umberto I hanno annunciato la costituzione di un comitato. Vogliono opporsi all'arrivo degli immigrati. Continueremo a seguire ulteriori sviluppi.

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